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Lama all'Università di Roma

17 febbraio 1977, Luciano Lama e il comizio all'Università La Sapienza di Roma. Una data che a sinistra non si dimentica e la cui ricostruzione, al di là delle accentuazioni personali, è ormai assodata: Lama, sbagliò, o meglio, fu senz'altro male consigliato dalla Cgil e - soprattutto - dal Pci, come del resto ammise lo stesso Asor Rosa nel 2017. "Non era venuto in pace", canta De Andrè, e questo fu senz'altro un punto di non ritorno per quello che successe poi.

Di seguito, una selezione di testimonianze:
- Ilaria Romeo (2020)
- Carlo Rivolta (2007)
Bruno Vettraino (1977)
. Fabrizio De Andrè, Coda di lupo: https://www.youtube.com/watch?v=d7at7p--lKI
 

presentazione de IL MOVIMENTO DEL '77

 

presentazione del volume IL MOVIMENTO DEL '77. RADICI, SNODI, LUOGHI (viella, 2018)
Bergamo, sala Lama della Cgil di Bergamo, ore 17.45
8 novembre 2019

LOCANDINA

Simone Neri Serneri e Monica Galfrè, curatori del volume Il movimento del '77. Radici, snodi, luoghi (Viella, 2018) ne discutono con Roberto Villa, autore del saggio su Bergamo, Introduce Eugenia Valtulina.
Fratello minore del ’68, detonatore degli anni di piombo, incubatore del “riflusso”, irripetibile spazio liberato? Sfuggente a ogni definizione univoca e luogo di contraddizioni non componibili, disperato e radicale – nonostante l’insistito ricorso all’ironia e al paradosso – come solo i momenti di passaggio sanno essere, il movimento del ’77 fu effige della transizione epocale che avrebbe traghettato il paese dal secolo breve agli incerti lidi della postmodernità.
Una peculiarità tutta italiana, al termine di un decennio, i Settanta, che rappresentò un tornante decisivo della modernizzazione culturale e civile, ma nel quale i conflitti sociali, la violenza politica e i fenomeni eversivi di destra e di sinistra raggiunsero livelli imparagonabili al resto d’Europa.
Frutto di ricerche storiche originali, i saggi qui raccolti gettano nuova luce – affrontandone gli snodi politici, le peculiarità culturali, le articolazioni territoriali – su un movimento collettivo che si confrontò frontalmente e drammaticamente, senza alcuna ipocrisia, con la crisi che investiva i fondamenti politici e ideali della società di massa del Novecento.

 

 

 

Il dossier di testi per il Giorno della memoria 2020

50 anni de Il Manifesto

Cinquant'anni fa, nel 1969, nasceva la rivista il manifesto. Ne facevano parte il bergamasco Lucio Magri, Luciana Castellina, Aldo Natoli, Valentino Parlato, Luigi Pintor e Rossana Rossanda. Radiati dal PCI, divennero quotidiano e movimento politico. Bergamo fu protagonista di questa storia, con personaggi del calibro di Eliseo Milani, Carlo Leidi, Piero Asperti e altri.

Ripercorreremo quel periodo con alcuni dei suoi protagonisti, il patrocinio della Biblioteca Di Vittorio - Centro di documentazione sindacale della CGIL di Bergamo, e con il coordinamento di Riccardo Bellofiore e Giovanna Vertova. Facendo così rivivere la memoria e mostrando l'attualità di quella esperienza, con le parole, ma anche con le immagini e con la musica.

La prima parte, che inizierà alle 17.00, vedrà intervenire Luciana Castellina, Lidia Campagnano, Aldo Garzia, Massimo Serafini, Luciano Ongaro, Evaristo Agnelli, Vittorio Armanni, Bruno Ravasio.

Alle 20.30 inizierà la seconda parte, che vedrà al centro la musica, con l'esibizione del chitarrista e cantante Michele dal Lago e della cantante Giusi PesentI, un duo che da anni esplora nei loro spettacoli la storia sociale della musica statunitense.

50 anni de il manifesto

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