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Mostra fotografica "Oltre la linea rossa" di Giovanni Diffidenti

OLTRE LA LINEA ROSSA. Dieci scatti, cinque Paesi in guerra. #Siria, #Sudan, #Ucraina, #Libia e #Afghanistan 📍Giovedì 9 novembre, ore 18.00, l’inaugurazione della mostra fotografica di Giovanni Diffidenti in #CGIL a #Bergamo, in via Garibaldi 3
La sua personale linea rossa è un limite invisibile, eppure ben distinguibile nel mezzo di una guerra. È il limite oltre il quale vengono azzerati i diritti fondamentali della popolazione civile, che non ha colpa né responsabilità per la violenza che travolge tutto.
“Bombardare ospedali e scuole è oltrepassare quella linea. Ma lo è anche, da testimone, mettere a rischio la propria vita per documentare ciò che accade di là”. Lo spiega Giovanni Diffidenti, fotoreporter bergamasco, una carriera lunga quarant'anni, alla vigilia dell’inaugurazione della sua mostra fotografica “Oltre la linea rossa” proposta dalla Biblioteca "Di Vittorio" CGIL di Bergamo nella sede del sindacato.
📍La mostra, accompagnata dai testi del giornalista Andrea Valesini, è stata curata da Eirene Centro Studi per la Pace e dall’Associazione Mosaico. Sarà possibile visitarla fino al 17 novembre (negli orari 9-12 e 14.30-18).
“La linea rossa ha a che fare con il modo in cui si conduce una guerra, e con la maniera in cui la si documenta”, aggiunge il fotoreporter, che ha scelto di proporre dieci immagini scattate in cinque Paesi in conflitto, Siria, Sudan, Ucraina, Libia e Afghanistan.
Durante l’inaugurazione, intervistato dalla giornalista Francesca Ghirardelli, racconterà di quei cinque tormentati angoli di mondo e delle numerose linee rosse che ha incontrato svolgendo la sua professione.

...aspettando il nuovo

Per i mesi di aprile e di maggio 2021, la Biblioteca “Di Vittorio” funzionerà solo per il completamento dei lavori di riordino di fondi di archivio e di catalogazione libraria in corso.
Saremo quindi completamente chiusi al pubblico, in attesa di ripartire con chi mi sostituirà.
Un grazie di cuore a tutti e tutte coloro che hanno collaborato con la “DiVI” in questi anni, a partire da chi decise che la Cgil di Bergamo dovesse avere una Biblioteca, intitolata a
Giuseppe Di Vittorio, uno di noi, il più grande di tutti noi.


“Io vorrei aggiungere ancora qualche proposta: la prima proposta, per cercare di diffondere quanto più ci è possibile la cultura, è questa: che in tutti i capoluoghi di provincia in cui esiste un’Università popolare, tutte le organizzazioni popolari e democratiche – ed io direi in primo luogo i sindacati – debbano intervenire per potenziare al massimo queste Università popolari là dove esistono. Là dove non esistono, ad iniziativa delle associazioni popolari – ed in primo luogo dei sindacati – debbono essere create al più presto. Secondo: sviluppare al massimo grado i circoli di carattere culturale, di carattere sportivo, di carattere ricreativo, di carattere turistico, circoli in cui rientrino tutte le forme dell’arte, filodrammatiche e bande musicali, tutte le forme di attività, escursioni ecc. […] Terza condizione: dare il massimo sviluppo alle biblioteche popolari: non abbiamo biblioteche sufficienti nel nostro paese; siamo ad un livello estremamente arretrato, dobbiamo andare avanti. Perché proponiamo che ogni associazione di massa, popolare, professionale, e di ogni altro carattere abbia una biblioteca. Io mi sento qui autorizzato a rivolgermi più direttamente ai sindacati e propongo ai sindacati di un certo rilievo che ognuno di essi abbia una biblioteca, sia pur piccola, sia pur modesta, che si facciano circolare i libri fra i lavoratori, che si susciti in tutti il gusto del leggere, del coltivarsi, del sapere. Ecco un’iniziativa che dobbiamo prendere: e si organizzino non soltanto nei capoluoghi di regione, nelle grandi città o nelle città di maggior rilievo le nostre biblioteche. Bisogna moltiplicare le mostre anche nelle piccole località. Facciamolo questo sforzo. Sotto questo aspetto rivolgo un appello ai nostri artisti: andiamo più in fondo, tra il popolo e andiamo anche nei piccoli centri, nella misura del possibile, perché più porteremo a portata di mano la possibilità di accesso alla cultura, al bello, alle varie espressioni dell’arte, più noi contribuiremo ad elevare il nostro popolo e ad interessarlo ai problemi dell’arte e della cultura […].
Dal discorso di Giuseppe Di Vittorio al Congresso della cultura popolare, Bologna 1953. http://www.strisciarossa.it/di-vittorio-per-una-cultura-nazionale-cioe-profondamente-popolare/

Bergamo, marzo 2021                                                 Eugenia Valtulina

La Bergamasca nell’emigrazione del secondo dopoguerra [1945-1975]

Videoconferenza di approfondimento di storia locale con Paolo Barcella,
- professore di Storia contemporanea all’Università di Bergamo e studioso di migrazioni - nell'ambito della presentazione del dossier per la proposta didattica 2020/2021 della Biblioteca "Di Vittorio" e di Proteo Fare Sapere, ITALIANI MIGRANTI NELLA PRIMA REPUBBLICA.
Entro il 4 dicembre gli interessati a partecipare dovranno comunicarlo all’indirizzo
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