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A Stefano Valenti, vincitore del Campiello opera prima

 

Fatica, sudore, sfruttamento, rischi per la salute e la vita ogni giorno, questo il prezzo pagato dagli operai in cambio di un salario miserabile. Paura, panico, malattia, morte, rabbia, auto organizzazione senza delegare ad altri i propri diritti e interessi. Lotta, gioia, rapporti umani solidali e una grande sete di giustizia per i nostri compagni vittime dell’amianto, sacrificati sull’altare del profitto da imprenditori senza scrupoli che hanno mandato coscientemente a morte centinaia di migliaia di operai. Una società che mette il profitto prima degli esseri umani, che considera normale che più di mille lavoratori ogni anno muoiano per infortuni sul lavoro e che altre migliaia siano uccise dalle malattie professionali, continuando a inquinare gravemente l’ambiente e la natura è una società barbara senza futuro. Una volta tanto una storia operaia vera, quella dei lavoratori della Breda Fucine di Sesto San Giovanni e del nostro comitato contro l’amianto, che tu hai raccontato così bene, viene premiata. 
Il Premio Campiello assegnato al tuo romanzo La fabbrica del panico, è un riconoscimento anche per noi e per tutti coloro che continuano a lottare senza arrendersi per i propri diritti e per la giustizia sociale. Ciao, un abbraccio da tutti noi. Per il Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio, Il presidente Michele Michelino (il Cesare del tuo romanzo) 
Sesto San Giovanni, 12 settembre 2014

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"in numero considerato bastante". La festa per i 25 anni della Biblioteca

IN NUMERO CONSIDERATO BASTANTE

La Biblioteca "Di Vittorio" Cgil Bergamo e le sezioni Anpi "M.O. Vittorio Gasparini Ercole Piacentini" Albino e "Bepi Lanfranchi" Valgandino vi invitano alla

Festa alla Malgalunga per i 25 anni di attività della Biblioteca "Di Vittorio"
il Centro di documentazione della Camera del lavoro di Bergamo aperto dal 1989 per conservare e valorizzare l'archivio della Cgil e gestire una biblioteca specialistica sui temi del lavoro
Sarà una festa vera e propria
tanti amici (speriamo), pochi ma qualificati discorsi, qualche lettura, musica, la torta, il brindisi....
La scelta del museo-rifugio partigiano della Malgalunga è quasi naturale per una struttura che sente di avere non solo le proprie radici, ma la sua stessa ragion d'essere in quei venti mesi di Resistenza, che sono tra le pagine più belle della storia d'Italia

Ci farebbe molto piacere avervi con noi!
Malgalunga, 13 luglio 2014, dalle ore 10

NOTE ORGANIZZATIVE
Alla Malgalunga ( www.malgalunga.it), situata sul monte di Sovere, si arriva sostanzialmente solo a piedi, chi ha problemi di deambulazione può accordarsi per un passaggio. Il Comune di Gandino ha istituito una cartella "gratta e sosta" (in distribuzione a Gandino presso alcuni negozi tra cui il "Caffè Centrale" sulla Piazza del Comune) del costo di 2 euro giornalieri per le autovetture in sosta nei parcheggi indicati in Valpiana.
In Malga vi è la possibilità di consumare un pasto. È gradita la prenotazione contattando l'Anpi di Albino in Malga, a partire dal 7 luglio, allo 3474763335 oppure scrivendo una mail a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
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Se 25 vi sembran pochi.....

scarica invito qui

Ci ha lasciato Giuliana Bertacchi

"La nostra Giuliana": così l'ha sempre chiamata Mario Invernici, il comandante delle brigate di "Giustizia e libertà", collaboratore di Ferruccio Parri, che fu il presidente dell'Istituto bergamasco per la storia del movimento di liberazione fino alla sua scomparsa e che la volle ad occuparsi del nascente centro di documentazione sulla Resistenza e così si riferivano a lei i vecchi azionisti; così l'ha mandata a salutare domenica Salvo Parigi, a nome dell'Anpi di Bergamo, a cui ha dedicato le sue ultime lezioni.

Per il Brach e per i compagni del Pci era invece "la Bertacchi", e l'uso del solo cognome non era una diminuzione di rispetto ma anzi, per chi conosce i codici di quel partito, un tratto immediato di appartenenza.

Per i suoi studenti dell'Esperia – con alcuni dei quali ha continuato a mantenere uno stretto rapporto fino ad oggi – è rimasta, nonostante ormai da decenni si dessero del tu, la "professoressa Bertacchi", severa ma incredibilmente affascinante, capace di far leggere ai futuri periti già nei primi anni Sessanta le poesie di Nazim Hikmet.

Poi è diventata semplicemente "la Giuliana": per i tanti, tantissimi amici di tutte le età che l'hanno sempre circondata, nomi noti e non, nella quotidianità e nel mondo della storia contemporanea e degli insegnanti, di chi si occupa di storia e di metodologia delle fonti, in particolare di quelle orali.

E' stata "la Giuliana" anche per la Cgil di Bergamo, quando ha iniziato a collaborare con la Biblioteca "Di Vittorio" occupandosi dell'archivio dei tessili e poi di quello del Comitato Accoglienza profughi ex Yugoslavia, tornando in quell'organizzazione dove si era impegnata nel sindacato degli insegnanti prima di iniziare a lavorare a tempo pieno all'Isrec, nel 1970.

Una intellettuale vera e generosa, nonostante un carattere non semplice, con una cultura vastissima e curiosa; una intellettuale organica, che ha sempre intrecciato la sua passione per la storia con un impegno politico dichiarato, nella convinzione profonda che la pregiudiziale antifascista non possa essere messa in discussione in alcun modo, perché quei venti mesi di lotta partigiana, che diedero per la prima volta agli operai e ai contadini la possibilità di concorrere in prima persona al cambiamento di questo paese sono stati uno snodo fondamentale nel passaggio alla democrazia, verso una società di liberi ed uguali ancora da venire.

Senza storia non c'è trasformazione sociale: Giuliana Bertacchi, che non ha mai voluto essere definita una storica, accettando il titolo di ricercatrice o, al più, di studiosa, ha raccolto – sempre insieme alla squadra dell'Isrec - le storie dei partigiani e degli Internati militari italiani, degli emigranti e degli operai antifascisti, delle donne che nascondevano i prigionieri della Grumellina, ordinando i documenti, le lettere e i loro diari, scrivendo di loro, parlandone a studenti e a insegnanti e a tutti coloro che gliene hanno chiesto, in nome di quella "didattica diffusa" che tanto le è stata cara...

E contemporaneamente, battagliando nel Comitato per il Vietnam e raccogliendo fondi per gli operai che occupavano la Filati Lastex, organizzando iniziative per sostenere "Il Manifesto" o bussando alle porte delle istituzioni cittadine per l'Istituto, la sua esperienza più bella, il luogo che ha sentito per decenni la sua casa. (e.v.)

link a pagine che ricordano Giuliana:

http://www.resistenzeveneto.it/

http://storiamestre.it/2014/06/giulianabertacchi/

 

Metamorfosi del desiderio. Conversazione con Walter Siti

Giornata internazionale contro l'omofobia, la bifobia e la transfobia
METAMORFOSI DEL DESIDERIO
Una conversazione con WALTER SITI

Conduce FABIO CLETO
Intervengono EUGENIA VALTULINA responsabile della Biblioteca "Di Vittorio"e LUISELLA GAGNI, segreteria CGIL Bergamo
Ingresso libero - Aperitivo
sabato 17 maggio 2014, ore 17.30
Sala "Luciano Lama" CGIL, via Garibaldi 3 Bergamo
In collaborazione con CGIL Bergamo, Biblioteca "Di Vittorio" CGIL, Laboratorio80 e ORA (Osservatorio sui Segni del Tempo).
Iniziativa all'interno del progetto ORLANDO Identità Relazioni Possibilità

L'incontro con un protagonista della scena letteraria quale il Premio Strega 2013 Walter Siti, brillante saggista e romanziere con, fra gli altri, "Scuola di nudo" (1994), "Troppi paradisi" (2006), "Il contagio" (2008), "Resistere non serve a niente" (2012) e il recente "Exit strategy" (2014) è occasione per delineare le forme e i modi della trasformazione che anima la cultura italiana contemporanea. Dalle oscillazioni fra realtà e finzione dell'autofiction alle metamorfosi del desiderio - marchi della scrittura di Siti - una riflessione sui percorsi che abbiamo affrontato, su che cosa siamo diventati, su come possiamo affrancarci dal dominio del corpo-merce.
Fabio Cleto, critico e saggista, insegna letteratura inglese e storia culturale all'università di Bergamo, dove dirige l'ORA-Osservatorio sui segni del tempo

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