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Letti per noi: Il Diario di Anna Frank

27 gennaio 2016, giorno della memoria

"NON HO UN'AMICA": DIARIO DI UNA RAGAZZINA ALLE SOGLIE DELL'INFERNO

Il 27 gennaio del 1945 un soldato russo aprì una porta che dava direttamente sull'inferno: i cancelli del lager di Auschwitz, dove morirono la maggior parte degli ebrei europei.

Quello era l'epilogo di una lunga tragedia di cui solo dopo la guerra si sarebbero conosciuti i particolari, grazie a lettere e diari dei pochi sopravvissuti.

La più famosa tra queste testimonianze è sicuramente il diario di Annelies Marie Frank, detta Anna, che, nell'Olanda occupata dai nazisti, descrive l'esperienza della sua prigionia in un appartamento segreto, nel quale la sua famiglia, ebrea, si è rifugiata per evitare l'arresto e la deportazione.

La prigionia, durata più di due anni, non servirà: un traditore, rimasto sempre ignoto, denuncerà la famiglia e solo il padre Otto riuscirà a salvarsi dallo sterminio.

Il Diario è diventato l'opera più conosciuta sulla Shoah grazie alla particolarità delle vicende di Anna, ma soprattutto grazie al raffinato espediente letterario che la giovane autrice usa per esprimersi.

Finge, infatti, di spedire lettere ad un'amica immaginaria di nome Kitty, la quale diventa per lei voce della ragione, che le permette di governare la tempesta di sentimenti che la abitano.

Comincia a scriverle quando le amiche in carne ed ossa si dileguano giorno per giorno, inghiottite dalle retate naziste, e continua durante tutto il periodo della reclusione volontaria della propria famiglia.

Prigioniera innocente, le sembra di odiare i genitori e i compagni di prigionia, secondo lei responsabili della sua triste condizione.

Teme la morte, ma al contempo le sembra di essere, nella famiglia di rifugiati, l'unica disposta ad affrontarla con coraggio.

Riflette lucidamente sulla situazione politica, sul ruolo della donna nella storia, assumendosi una responsabilità intellettuale che va certamente al di là della sua giovane età, e le consente di prendere legittimamente posto tra le grandi scrittrici del Novecento.

Le prime versioni del Diario, la cui pubblicazione fu curata dal padre di Anna, subirono una serie di tagli censori il cui scopo era quello di tutelare la memoria dei protagonisti delle pagine della giovane, e di rispettare la pudica sensibilità dell'epoca su alcuni temi, come il sesso e la politica, ma anche i gravi conflitti che la ragazza aveva con i genitori e che, secondo il padre, erano esclusivamente "affari di famiglia".

Nel 1998, Einaudi pubblicò, a cura di Frediano Sessi, la versione definitiva del Diario, che comprende i numerosi passi sino ad allora censurati e che è stata dichiarata dalla fondazione "l'unica versione del Diario che il mondo possa conoscere".

Questa versione, molto incisiva, ci restituisce il reale modo di esprimersi di Anna, il suo stile, con le imprecisioni e le inesattezze lessicali tipiche di una quindicenne, e le toglie l'alone di "santità" attribuitole da precedenti versioni; anche la sua perspicacia e la portata storica di ciò che scrive vengono in questo modo resi più evidenti.

Proprio a motivo di questa modalità di scrittura così lucida e critica, il Diario di Anna Frank ha subito nel tempo una serie di attacchi volti a dimostrarne la non autenticità, soprattutto ad opera dei numerosi movimenti neonazisti che vedono nella testimonianza di Anna uno dei più severi moniti contro il risorgere delle loro folli teorie.

Le cause civili intentate da questi movimenti contro il Diario, basate sulla grafia della giovane, sull'utilizzo di diversi strumenti per la scrittura, e soprattutto sulla convinzione che fosse stato lo stesso Otto Frank a scrivere il Diario, postumo, sono sempre state perdute .

A beneficiarne è stata la Fondazione Anne Frank, titolare dei diritti d'autore del libro dopo la morte di Otto Frank, che ha portato nelle proprie casse numerosi risarcimenti.

Ancora oggi, contro ogni realistica previsione, la voce di una ragazzina si leva potente a contrastare il cinismo e la malvagità di alcuni esseri umani.

Ancora una volta ella grida "Credo nell'intima bontà dell'uomo."

Sara Valoti, gennaio 2016

Presentazione di Badlands e concerto

Il 13 gennaio 2016, allo Spazio EDONE di Bergamo , alle 21 Sandro Portelli presenta il suo BADLANDS. Springsteen e l'America: il lavoro e i sogni, parlandone con Bruno Cartosio e Paolo Barcella; alle 22, Back to the depression. Il declino industriale degli Stati Uniti, concerto di Michele Dal Lago e Giusi Pesenti.

L'iniziativa è promossa da Acoma, dalla Biblioteca "Di Vittorio" e dalla libreria Palomar

INGRESSO LIBERO FINO AD ESAURIMENTO POSTI

 

UN POSTO SICURO: proiezione in anteprima

L’attenzione della Biblioteca “Di Vittorio” alla questione dell’amianto e dei suoi devastanti effetti è consolidata; ci è sembrata quindi di grande interesse la proposta del Cinema Conca Verde di presentare a Bergamo UN POSTO SICURO, un film di FRANCESCO GHIACCIO un regista italiano che ambienta una storia d’amore sullo sfondo della sentenza al processo “Eternit” di Casale Monferrato.
L’appuntamento – che vi preghiamo di diffondere tra le vostre conoscenze e tra i delegati e le delegate – è per mercoledì 2 dicembre, alle 21, al Cinema Conca Verde di Bergamo. Ingresso ridotto per i tesserati Cgil. Saranno Presenti il regista e l’attore protagonista, Marco D’Amore.

Grazie!

Il cinema Conca Verde e la Biblioteca “Di Vittorio” vi invitano all’

Anteprima e incontro con il regista e l’attore

Francesco Ghiaccio e Marco D’Amore

Bergamo, mercoledì 2 dicembre ore 21.00, Cinema Conca Verde

UN POSTO SICURO

L'unica battaglia che non si vince è quella che si abbandona.

Una storia d’amore sullo sfondo della sentenza del processo alla fabbrica di amianto "Eternit" di Casale Monferrato.

Cinema Conca Verde in collaborazione con Biblioteca “Di Vittorio” CGIL Bergamo

mercoledì 2 dicembre ore 21.00.

Marco D’Amore (uno dei protagonisti della serie tv "Gomorra" e del film “Perez”) ospite a Bergamo, con il regista Francesco Ghiaccio per presentare:

UN POSTO SICURO

di Francesco Ghiaccio

con Marco D'Amore, Giorgio Colangeli, Matilde Gioli, Italia, 2015, 102’

Casale Monferrato, 2011, Luca  (Marco D’Amore) rivede il padre Eduardo (Giorgio Colangeli) alle prese con la malattia causata dall'esposizione all'amianto. La ricerca di riscatto di padre e figlio si estende all'intera cittadina piemontese, alla vigilia della prima grande sentenza del processo alla fabbrica di amianto "Eternit".

Il bisogno di dar voce a chi non l’ha mai avuta e l’amore per una ragazza daranno a Luca la forza per rinascere, lottare, raccontare una storia fatta di dolori e gioie quotidiane, di ricordi che tornano per farti del male o salvarti per sempre.

Marco D'Amore che ha scritto il film con Francesco Ghiaccio parla di una battaglia che può ancora essere vinta, racconta: “In calce alla prima pagina abbiamo voluto scrivere la frase delle madri di Plaza de Mayo: l'unica battaglia che non si vince è quella che si abbandona. E noi questa battaglia non l'abbandoniamo. Perché il posto sicuro del titolo sia un riparo non solo per il corpo ma anche per l'anima”

Dopo 3000 morti, più di un trentennio di convivenza con l'amianto e  la sentenza della Cassazione che ha annullato le condanne del processo al magnate svizzero Stephan Schmidheiny nel maxiprocesso Eternit, Casale Monferrato resta la città più bonificata d'Europa, ma anche quella che ha fatto pagare agli operai della sua fabbrica dei sogni il prezzo più alto.

Cinema Conca Verde mercoledì 2 dicembre

Proiezione e incontro con gli autori

Ingresso 5,50 – 5,00

(riduzione: Over 65 – studenti universitari under 26 -tesserati CGIL)

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