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La biblioteca "Di Vittorio"

CHI SIAMO

La Biblioteca "Di Vittorio" - Centro di documentazione sindacale della CGIL di Bergamo - è una struttura aperta a tutti che comprende la Biblioteca e l'archivio storico dell'organizzazione.

Il suo obiettivo è quello di essere non solo un deposito di memorie del passato ma uno strumento attivo, che agisce con tutto il sindacato e con le strutture che operano nel campo della cultura e della società, a disposizione di studenti, giovani, lavoratori, studiosi e pensionati.

La Biblioteca "Di Vittorio" vuol essere un punto di riferimento per promuovere ricerche sulla storia del sindacato e dei lavoratori, e sul loro ruolo nell'evoluzione economica, sociale e culturale del territorio bergamasco; per diffondere i risultati di tali studi; per stabilire rapporti di collaborazione con altri centri di studio; per organizzare occasioni di discussione e dibattito. Presso la struttura della Biblioteca è possibile svolgere stages formativi universitari.

Dal 1995 la Biblioteca fino al 2009 la Biblioteca è stata inserita nel Sistema del Comune di Bergamo. Dal 2010 è diventata una biblioteca autonoma del Polo Lombardo del Sistema bibliotecario nazionale, nel cui catalogo è possibile trovare una parte dei volumi conservati dalla Biblioteca, in costante incremento (nel campo "biblioteca" selezionare "BG Biblioteca Di Vittorio").

La Biblioteca ha in catalogo - tra gli altri - i volumi Futura (ex Ediesse), casa editrice della CGIL nazionale

La consultazione degli archivi e della biblioteca è gratuita.
Una riflessione su questa struttura è stata pubblicata in I nostri granai, a cura di E. Castellano, Ediesse, Roma, 2014. La trovi qui

Dal dicembre 2016 è possibile prenotare e ritirare gratuitamente presso la Biblioteca Tiraboschi i libri del catalogo della "DI VITTORIO" con il servizio del prestito interbibliotecario comunale.

A partire dal nucleo originario dei testi a disposizione dei corsisti delle 150 ore, la biblioteca è andata via via arricchendosi di acquisti e donazioni. Tra gli ultimi arrivi, segnaliamo il fondo Parolini, il fondo  Meriggi, il fondo Monannin e il fondo Bertacchi

Materiale pregiato: essendo una biblioteca contemporanea, il materiale pregiato è costituito da alcuni fondi archivistici attinenti le vicende del movimento operaio bergamasco, dalle origini agli anni Settanta. Meritano una segnalazione a parte le Carte Franco Emondi, che ricostruiscono uno degli scioperi più significativi nella storia del lavoro italiano, quello di Ranica del 1909 (vedi descrizione sul sito della Biblioteca).

Promuove la conoscenza del proprio patrimonio attraverso la pubblicazione di studi e cataloghi, la preparazione di bibliografie e repertori specialistici, la partecipazione a sistemi di rete integrati.

La biblioteca è a carattere specialistico su tematiche attinenti alla materia sindacale e in particolare: economia, giurisprudenza, sociologia, storia contemporanea, sociologia e geografia economica

Prestito: sì

Cataloghi a disposizione degli utenti:
-- cartacei n. 3.

-- informatizzati n. 1

 

Vi ricordiamo che il prestito interbibliotecario funziona regolarmente anche su tutto il territorio nazionale.

biblioteca

Un centro di documentazione sul lavoro: potenzialità e prospettive ( da I nostri granai. Gli archivi storici, le biblioteche e i centri di documentazione della CGIL, Roma, Ediesse, 2015)

QUANDO NASCE LA BIBLIOTECA

Nel 1903 da parte dei responsabili della Camera del lavoro si sente la necessità di disporre di maggiori strumenti conoscitivi e critici sulla realtà su cui si intende agire. Affiora dunque l'esigenza di compiere uno sforzo culturale all'interno dei propri quadri, che si affianchi all'azione di "eduzione" delle masse, tradizionalmente sostenuta dai socialisti.
In questo senso si muove anche l'istituzione di una Biblioteca circolante, di cui è nominato responsabile, nel gennaio 1903, Arturo Barcella. Il mese successivo la Sezione tipografi decide di versare la sua biblioteca alla Camera del lavoro, per sostenere questa iniziativa.(A. Bendotti, G. Bertachi, Liberi e uguali)
Nel 1953, Giuseppe Di Vittorio interviene al Congresso della cultura popolare a Bologna.

Tra le altre cose, afferma "Io vorrei aggiungere ancora qualche proposta: la prima proposta, per cercare di diffondere quanto più ci è possibile la cultura, è questa: che in tutti i capoluoghi di provincia in cui esiste un’Università popolare, tutte le organizzazioni popolari e democratiche – ed io direi in primo luogo i sindacati – debbano intervenire per potenziare al massimo queste Università popolari là dove esistono. Là dove non esistono, ad iniziativa delle associazioni popolari – ed in primo luogo dei sindacati – debbono essere create al più presto. Secondo: sviluppare al massimo grado i circoli di carattere culturale, di carattere sportivo, di carattere ricreativo, di carattere turistico, circoli in cui rientrino tutte le forme dell’arte, filodrammatiche e bande musicali, tutte le forme di attività, escursioni ecc. […] Terza condizione: dare il massimo sviluppo alle biblioteche popolari: non abbiamo biblioteche sufficienti nel nostro paese; siamo ad un livello estremamente arretrato, dobbiamo andare avanti. Perché proponiamo che ogni associazione di massa, popolare, professionale, e di ogni altro carattere abbia una biblioteca. Io mi sento qui autorizzato a rivolgermi più direttamente ai sindacati e propongo ai sindacati di un certo rilievo che ognuno di essi abbia una biblioteca, sia pur piccola, sia pur modesta, che si facciano circolare i libri fra i lavoratori, che si susciti in tutti il gusto del leggere, del coltivarsi, del sapere. Ecco un’iniziativa che dobbiamo prendere: e si organizzino non soltanto nei capoluoghi di regione, nelle grandi città o nelle città di maggior rilievo le nostre biblioteche. Bisogna moltiplicare le mostre anche nelle piccole località. Facciamolo questo sforzo. Sotto questo aspetto rivolgo un appello ai nostri artisti: andiamo più in fondo, tra il popolo e andiamo anche nei piccoli centri, nella misura del possibile, perché più porteremo a portata di mano la possibilità di accesso alla cultura, al bello, alle varie espressioni dell’arte, più noi contribuiremo ad elevare il nostro popolo e ad interessarlo ai problemi dell’arte e della cultura […]." letto su http://www.strisciarossa.it/di-vittorio-per-una-cultura-nazionale-cioe-profondamente-popolare/ il 5 marzo 2021.


SCHEDA CONOSCITIVA 

Biblioteca “Di Vittorio” Cgil Bergamo della Camera del lavoro di Bergamo

Codice ISIL IT-BG0364
Codice SBN: IT-BG0364/ LO185
Sede: Bergamo, via G. Garibaldi 3/e - 24124
Mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Tel: 0353594350
Sito web: https://cgil.bergamo.it/biblioteca/
Pagina anagrafe biblioteche italiane


Direttrice della Biblioteca: Mara D'Arcangelo

Responsabile dell'Ente proprietario: Marco Toscano

presentazione del libro PIETRE VIVE

LOCANDINA webSabato 13 febbraio 2016 alle ore 15.30 nello Spazio Viterbi (Palazzo della Provincia di Bergamo), viene presentato il libro Pietre vive. Monumenti e lapidi della Resistenza Bergamasca (Edizioni Sestante, 2015).

Pare importante evidenziare che questa pubblicazione è l'esito dell'impegno del Comitato provinciale ANPI a coordinare un lavoro che ha coinvolto tutte le sezioni, sottolineando ancora una volta quanto sia importante riflettere sui "luoghi della memoria", quanto sia importante che ogni sezione sia attenta ai "segni" presenti sul proprio territorio.

Con il curatore Mario Pelliccioli ne discutono lo storico Fausto Ciuffi, la presidente del Consiglio comunale di Bergamo Marzia Marchesi, il presidente del Comitato antifascista Carlo Salvioni. Introduce e coordina Eugenia Valtulina

 

 

presentazione di Dichiarazione di non sottomissione

dichiarazione

4 febbraio 2016, ore 18.00, alla libreria Palomar

in occasione della presentazione del libro di
Fethi Benslama

Dichiarazione di non sottomissione.
A uso dei musulmani e di coloro che non lo sono

Poiesis edizioni, 2014

il curatore dell'edizione italiana
Angelo Villa, psicoanalista

discuterà di laicità, di "incontro con l'altro" e delle sfide che questo incontro pone nel mondo contemporaneo con

Paolo Barcella, storico delle migrazioni (Università di Bergamo)

Irma Falgari, insegnante, Associazione di promozione sociale e di solidarietàfamiliare
"Mamme del mondo", Albino (BG)

Partecipano all'iniziativa: Associazione di promozione sociale e di solidarietà familiare "Mamme del Mondo" di Albino; Biblioteca "Di Vittorio" - CGIL di Bergamo; Libreria Palomar.

 

La shoah: un orrore irripetibile?

La Biblioteca "Di Vittorio" Cgil Bergamo e Proteo Fare Sapere
in collaborazione con la Biblioteca "Giuliana Bertacchi"
organizzano l'incontro
SHOAH: UN ORRORE IRRIPETIBILE?
Dallo sterminio nazista al genocidio di Srebrenica
dialogo con lo storico Mario Pelliccioli, La Shoah e le responsabilità dei singoli e collettive, e con Luisa Chiodi, direttrice scientifica dell'Osservatorio Balcani e Caucaso, Srebrenica e le sue implicazioni, con la partecipazione delle classi che hanno lavorato sulla nostra proposta didattica

Difficilmente si riesce, quando si tratta il tema della Shoah, a farne percepire l'attualità; spesso il tutto si risolve con forti emozioni di compassione per le vittime, di esecrazione per i carnef...ici, forse altrettanto spesso suscita una annoiata assuefazione e la percezione che si tratti di una 'pre-istoria' che non ci riguarda più da vicino. Si dovrebbe, invece, interrogarsi sui meccanismi che hanno portato i carnefici, "uomini comuni", a perpetrare lo sterminio e sulla persistenza di questi meccanismi fino a noi, oggi: la creazione di un nemico/capro espiatorio, la disumanizzazione del nemico, l'obbedienza agli ordini, la pressione del gruppo, l'assuefazione alla violenza...
Anche oggi questi meccanismi sono operanti, anche oggi si creano nemici, li si disumanizza, si seguono parole d'ordine accattivanti e semplificatorie, si compiono in gruppo gesti che mai si oserebbero individualmente. E in questi ultimi mesi è tornato sulla scena internazionale il genocidio di Srebrenica del 1995, che è stato definito il più grave massacro avvenuto in Europa dopo la fine della II guerra mondiale.

Per il giorno della memoria 2016 ci piacerebbe ragionare su come costruire un ponte tra passato remoto, passato prossimo e presente, in un percorso verso una cittadinanza più consapevole

Letti per noi: Il Diario di Anna Frank

27 gennaio 2016, giorno della memoria

"NON HO UN'AMICA": DIARIO DI UNA RAGAZZINA ALLE SOGLIE DELL'INFERNO

Il 27 gennaio del 1945 un soldato russo aprì una porta che dava direttamente sull'inferno: i cancelli del lager di Auschwitz, dove morirono la maggior parte degli ebrei europei.

Quello era l'epilogo di una lunga tragedia di cui solo dopo la guerra si sarebbero conosciuti i particolari, grazie a lettere e diari dei pochi sopravvissuti.

La più famosa tra queste testimonianze è sicuramente il diario di Annelies Marie Frank, detta Anna, che, nell'Olanda occupata dai nazisti, descrive l'esperienza della sua prigionia in un appartamento segreto, nel quale la sua famiglia, ebrea, si è rifugiata per evitare l'arresto e la deportazione.

La prigionia, durata più di due anni, non servirà: un traditore, rimasto sempre ignoto, denuncerà la famiglia e solo il padre Otto riuscirà a salvarsi dallo sterminio.

Il Diario è diventato l'opera più conosciuta sulla Shoah grazie alla particolarità delle vicende di Anna, ma soprattutto grazie al raffinato espediente letterario che la giovane autrice usa per esprimersi.

Finge, infatti, di spedire lettere ad un'amica immaginaria di nome Kitty, la quale diventa per lei voce della ragione, che le permette di governare la tempesta di sentimenti che la abitano.

Comincia a scriverle quando le amiche in carne ed ossa si dileguano giorno per giorno, inghiottite dalle retate naziste, e continua durante tutto il periodo della reclusione volontaria della propria famiglia.

Prigioniera innocente, le sembra di odiare i genitori e i compagni di prigionia, secondo lei responsabili della sua triste condizione.

Teme la morte, ma al contempo le sembra di essere, nella famiglia di rifugiati, l'unica disposta ad affrontarla con coraggio.

Riflette lucidamente sulla situazione politica, sul ruolo della donna nella storia, assumendosi una responsabilità intellettuale che va certamente al di là della sua giovane età, e le consente di prendere legittimamente posto tra le grandi scrittrici del Novecento.

Le prime versioni del Diario, la cui pubblicazione fu curata dal padre di Anna, subirono una serie di tagli censori il cui scopo era quello di tutelare la memoria dei protagonisti delle pagine della giovane, e di rispettare la pudica sensibilità dell'epoca su alcuni temi, come il sesso e la politica, ma anche i gravi conflitti che la ragazza aveva con i genitori e che, secondo il padre, erano esclusivamente "affari di famiglia".

Nel 1998, Einaudi pubblicò, a cura di Frediano Sessi, la versione definitiva del Diario, che comprende i numerosi passi sino ad allora censurati e che è stata dichiarata dalla fondazione "l'unica versione del Diario che il mondo possa conoscere".

Questa versione, molto incisiva, ci restituisce il reale modo di esprimersi di Anna, il suo stile, con le imprecisioni e le inesattezze lessicali tipiche di una quindicenne, e le toglie l'alone di "santità" attribuitole da precedenti versioni; anche la sua perspicacia e la portata storica di ciò che scrive vengono in questo modo resi più evidenti.

Proprio a motivo di questa modalità di scrittura così lucida e critica, il Diario di Anna Frank ha subito nel tempo una serie di attacchi volti a dimostrarne la non autenticità, soprattutto ad opera dei numerosi movimenti neonazisti che vedono nella testimonianza di Anna uno dei più severi moniti contro il risorgere delle loro folli teorie.

Le cause civili intentate da questi movimenti contro il Diario, basate sulla grafia della giovane, sull'utilizzo di diversi strumenti per la scrittura, e soprattutto sulla convinzione che fosse stato lo stesso Otto Frank a scrivere il Diario, postumo, sono sempre state perdute .

A beneficiarne è stata la Fondazione Anne Frank, titolare dei diritti d'autore del libro dopo la morte di Otto Frank, che ha portato nelle proprie casse numerosi risarcimenti.

Ancora oggi, contro ogni realistica previsione, la voce di una ragazzina si leva potente a contrastare il cinismo e la malvagità di alcuni esseri umani.

Ancora una volta ella grida "Credo nell'intima bontà dell'uomo."

Sara Valoti, gennaio 2016

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