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Raccolta fondi di Cgil, Cisl e Uil per le popolazioni alluvionate dell'Emilia-Romagna

Solidarietà per i territori colpiti dai gravissimi eventi climatici

Cgil-Cisl-Uil-alluvione-romagnared Chi volesse contribuire a sostenere le popolazioni colpite dai gravissimi eventi alluvionali che nei primi giorni di maggio hanno colpito l'Emilia Romagna e alcuni territori delle Marche, CGIL, CISL e UIL hanno predisposto una raccolta fondi attraverso un conto corrente unitario.

red In allegato il volantino con i dati per effettuare i bonifici bancari.

Bergamo, 22 maggio 2023

 

Redditi bergamaschi e pandemia

Resi noti i dati sulle dichiarazioni fiscali
Alcune riflessioni sulla nostra provincia

 

red Era molto attesa la pubblicazione, da parte del ministero dell'Economia e delle Finanze, dei dati finali delle dichiarazioni dei redditi dell'anno scorso (dichiarazioni 2021 sui redditi del 2020). Si tratta di un dato importante per capire soprattutto come ha inciso la pandemia Covid-19 sulle condizioni economiche delle famiglie e in che misura i numerosi interventi del governo (i famosi "ristori") hanno contribuito ad attenuare gli effetti, che definire catastrofici è un eufemismo, sul mondo del lavoro: basti ricordare che le ore di cassa integrazione, in provincia di Bergamo, sono passate dai 4 milioni del 2019 ai 92 milioni del 2020, un aumento di oltre il 2.000% che ha significato una secca diminuzione dei redditi dei lavoratori dipendenti che sono la spina dorsale dell'economia bergamasca. Infatti, il reddito medio provinciale da lavoro dipendente è diminuito, rispetto al 2019, del 2,18% passando dai 23.426 euro del 2019 ai 22.915 euro del 2020. Molto di più sono calati i redditi dei lavoratori autonomi, scesi dell'8,5% e qui si vede l'importanza di difendere gli ammortizzatori sociali che consentono di ridurre i danni dei periodi di vacche magre.

red Ma, se è vero che i redditi dei lavoratori autonomi sono diminuiti, è altrettanto vero che stiamo parlando di redditi medi provinciali di oltre 60mila euro (quasi il triplo del reddito medio da lavoro dipendente) e, come ci insegnano gli economisti, una perdita, anche piccola, per chi ha redditi bassi produce sacrifici non proporzionali ma assai più pesanti che nel caso di chi ha redditi elevati.

red E i pensionati? Il reddito da pensione è stata l'unica tipologia di reddito che non è diminuita, anzi è aumentata, seppur modestamente (+0,84%). In un momento in cui l'economia si era quasi fermata, il reddito dei pensionati è spesso stato un'ancora di salvezza per aiutare figli e nipoti in difficoltà.
È interessante, però, guardare anche le altre dinamiche che le dichiarazioni dei redditi ci consentono di vedere, e qui il quadro non è positivo. Infatti il reddito medio dei pensionati è stato di 18.720 euro e se la distanza dal reddito medio dei lavoratori dipendenti (22.915 euro) è di 4mila euro (-22%), la distanza dal reddito dei lavoratori autonomi (60.328 euro) è di 41mila euro; il reddito degli autonomi è infatti il triplo di quello dei pensionati, assai di più anche del reddito degli imprenditori che è di 43.546 euro (quindi "solo" poco più del doppio di quello dei pensionati).

gromo-ridred Si tratta di dinamiche che hanno un peso notevolissimo sulla distribuzione geografica delle condizioni economiche nella nostra provincia: c'è infatti una stretta correlazione tra bassi redditi, piccoli comuni di montagna soggetti a spopolamento e prevalenza dei redditi da pensione. Ormai da anni la classifica dei comuni è sempre quella: al primo posto per reddito medio stanno Bergamo e i comuni attorno a Bergamo, preferibilmente in zone collinari (Mozzo, Gorle, Cenate, Ponteranica, Lovere...), mentre agli ultimi posti stanno sempre i piccoli paesi di montagna, soprattutto delle valli laterali della Valle Brembana e Imagna (Blello, Fuipiano Valle Imagna, Valtorta, Vedeseta, Piazzolo, Locatello, Santa Brigida, Cusio...). Sono gli stessi paesi che hanno una bassa e bassissima percentuale di redditi da lavoro dipendente. Una questione sociale che andrebbe affrontata con più decisione: evidentemente la speculazione edilizia non paga, tranne che per qualche speculatore che ha devastato il paesaggio di alcuni ben noti comuni, riempiendoli di seconde case, ormai in gran parte abbandonate. Per contrastare lo spopolamento e l'impoverimento di queste aree è necessario puntare sulla valorizzazione dell'ambiente, sui prodotti tipici locali, su un turismo "dolce" e sul sostegno ad iniziative come le cooperative locali, soprattutto di giovani (agricoltura, pastorizia, commercializzazione di prodotti locali, valorizzazione del ricco patrimonio artistico) e le nuove forme di accoglienza turistica, come l'albergo "diffuso". E, non dimentichiamolo, anche la difesa di servizi essenziali come sanità, scuola, trasporti.

red Un altro aspetto preoccupante è l'aumento di 8.800 contribuenti nella fascia più bassa di reddito (da 0 a 10mila euro): questi, infatti, sono 184mila, mentre erano 175mila l'anno precedente. È rimasto praticamente invariato il numero di contribuenti nello scaglione da 15 a 26mila (+0,39%) e sono invece diminuiti tutti gli altri scaglioni, fino al più alto (redditi oltre 120mila euro). In pratica uno scivolamento verso il basso.
Ma è da sottolineare che i 184mila contribuenti al di sotto dei 10.000 euro sono il 23% dei bergamaschi, quasi uno su quattro, quindi. E un reddito inferiore ai 10.000 euro, se è l'unico nel nucleo familiare, è un reddito che colloca il cittadino e la sua famiglia al di sotto della soglia di povertà, cioè al di sotto di quel reddito che consente, secondo l'Istat, di acquistare quei beni e servizi considerati essenziali per conseguire uno standard di vita minimamente accettabile.

red Troppi, davvero troppi, specie se si pensa che sono molte migliaia anche i bergamaschi che non hanno presentato la dichiarazione dei redditi perché al di sotto della soglia di 8mila euro. In una provincia che è tra le prime 20 in Italia per reddito medio, si fa ancora troppo poco per affrontare il problema.

Orazio Amboni
Dal periodico "Spi-Insieme"
Bergamo, maggio-giugno 2022

Nuova grafica per il giornale degli iscritti Spi

nuova-grafica
red Il periodico "Spi Insieme" ha cambiato veste. Non è la prima variazione del formato da quando nel 1997 lo Spi Lombardia ha creato questo modo originale (che non ha eguali nel nostro paese) di dialogare con i propri iscritti.

red Fu Franco Rampi, allora segretario dello Spi Lombardia, ad avere l'idea di creare un giornale che giungesse nelle case di tutti i pensionati con notizie e informazioni su temi che li riguardavano.
Un'idea poi confermata e sviluppata da tutti gli altri segretari generali dello Spi Cgil che si sono susseguiti negli anni sino ai giorni nostri.

red Si tratta di un impegno economico e organizzativo non marginale: scrivere, comporre e spedire ogni due mesi per sei numeri all'anno circa 400 mila copie di questo giornale necessita di un lavoro certosino di coinvolgimento di tutti i territori della nostra regione.

red Se dovessimo recuperare i dati delle vendite dei quotidiani in Lombardia, scopriremmo che questo nostro periodico entra in molte più case.
Ma sono le informazioni che diamo a fare la differenza, trattiamo infatti di argomenti specifici locali e nazionali, informando sui diritti dei pensionati e delle pensionate, dando conto dell'attività che il sindacato svolge nelle varie province della Lombardia e sul piano regionale.

red Oggi una delle ragioni di questo cambiamento grafico è di favorire la lettura dei nostri iscritti con una impaginazione più accattivante e moderna.
Speriamo di esserci riusciti.

Dal periodico "Spi-Insieme", febbraio 2021

Lettera agli iscritti Spi Cgil di Bergamo

Lettera della segretaria Spi
da "Spi Insieme" giugno 2020

red Carissimi, sono passati mesi dall'inizio dell'incubo. Non so come ognuno di voi ha vissuto questo periodo, quanti sono stati toccati da un lutto, o sono passati attraverso l'esperienza di questa terribile malattia. So solo che ci siamo mancati: siete mancati voi a noi e spero che anche a voi siamo mancati un po'.
Ci è mancata la vicinanza fisica, la condivisione dei problemi, il conforto reciproco. Dopo ogni catastrofe, prima c'erano gli abbracci che aiutavano i superstiti a non sentirsi soli, ma il virus ci ha tolto anche quelli.
Questo virus ci ha fatto vivere in un mondo alieno, e continua a farlo, e mentre ci concentravamo, giustamente, sulla paura della malattia, ci ha tolto tanto altro, troppo.

red E adesso? Adesso ricominciamo a mettere insieme i pezzi, partendo dal riconoscerci a vicenda, dal riconfermare la nostra voglia di partecipare.
Partecipare alla ripresa sapendo che non sarà più come prima, sapendo che le strade che abbiamo davanti sono due: tornare indietro facendo in modo che tutto torni come prima, e vorrebbe dire regredire perché non si può ignorare ciò che è stato e i problemi che sono venuti a galla, oppure pensare a un mondo nuovo, diverso, ma per questo ci vuole determinazione e soprattutto tanto coraggio. Non so, ma ho la sensazione che noi questo coraggio l'abbiamo; speriamo che ne arrivi un po' anche a chi ci guida.

red In questi mesi abbiamo tenuto il passo, sostenendo le giuste battaglie per la sicurezza nelle Rsa, cercando di rapportarci in modo costruttivo con Ats e gli altri enti per monitorare la situazione, per esserci dove e quando c'era bisogno.
Nonostante la malattia di alcuni di noi, abbiamo - con centinaia di telefonate al giorno - risposto ai nostri iscritti attraverso un centralino unico su cui venivano dirottate le chiamate dirette alle varie leghe Spi.
Non è stato facile, ma certo è stato utile.

red Ci siamo tenuti aggiornati su ogni decreto, ogni bonus, ogni rinvio, su tutto ciò che poteva essere utile ai pensionati. L'abbiamo pubblicato sul sito della Cgil, su Facebook, sui giornali (quando è stato possibile) e diffuso attraverso i segretari di lega.
Ecco il punto: questo virus non solo ci ha attaccato senza che nessuno fosse preparato, ma soprattutto era, ed è ancora, un infido sconosciuto. Questo ha fatto sì che tutti dovessimo aggiornarci e riorganizzarci continuamente in corso d'opera.
In questo clima di paura e di incertezza abbiamo mantenuto costanti contatti con i segretari di lega, lasciando a loro, dove possibile, il compito di mantenere i rapporti con voi. Tra parentesi, aver sentito per telefono qualcuno di voi che mi chiamava per un saluto mi ha fatto molto piacere.
Tuttavia l'organizzazione quotidiana, i rapporti con gli altri sindacati, con la Camera del lavoro, con i mass media, con i più stretti collaboratori, hanno occupato a tal punto la giornata di questi ultimi e mia da portarci quasi a odiare il telefono e, arrivati a sera, a sperare che qualche stupido telefilm ci togliesse dalla testa ciò che stava succedendo.

red Veniamo al punto. Riapriremo e avremo bisogno di tutti voi. Riapriremo e lo faremo con la massima sicurezza. Riapriremo e ristabiliremo i contatti tra noi.
È una chiamata alle armi: non pensino di cambiare il mondo senza di noi! Un abbraccio a tutte e a tutti voi.
La vostra segretaria

red P.S. Questo numero di Spi Insieme è dedicato alle testimonianze, ai vissuti, al lavoro di questo periodo, sperando che aiutino a fare uno scatto in avanti con grinta.

Articolo estratto dal periodico "Spi Insieme"
Bergamo, giugno 2020

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