Riapre la biblioteca Di Vittorio della Cgil di Bergamo
Perché (ri)aprire una biblioteca nel 2022?
Sono di parte: amo le biblioteche, le amo da quando le ho scoperte: erano il luogo per fare le mie "ricerche". Da allora il profumo, l'atmosfera, la ricchezza di pagine da leggere mi hanno sempre trasmesso un senso di serenità e di curiosità. Entrare in una biblioteca vuol dire avere a disposizione il mondo attraverso le narrazioni, i saggi, le poesie; un universo di informazioni e di emozioni.
Sappiamo che niente è più importante della formazione per essere liberi, indipendenti, in grado di decidere in maniera autonoma e di giocare un ruolo attivo nella società. Per questo è importante un accesso libero e senza limitazioni alla conoscenza, al pensiero, alla cultura e all'informazione; la biblioteca è il luogo che garantisce a tutti, proprio a tutti, questo accesso.
Abbiamo sentito parlare - e a volte visitato - autentici monumenti adibiti a biblioteca. La struttura delle biblioteche è dipesa e dipende da diversi fattori: il numero dei potenziali lettori (le persone capaci di leggere e scrivere), il numero e la qualità dei libri, il potere (la Chiesa, lo Stato, che hanno sempre cercato di raccogliere intorno a sé i libri e di custodire il pensiero), il rapporto con gli uomini di scienza e di studio.
La più famosa biblioteca antica, quella di Alessandria, era un grande laboratorio editoriale, un luogo per un numero ristretto di scienziati, filologi, filosofi, con centinaia di migliaia di papiri acquisiti nei modi più diversi, spesso attraverso la confisca.
Nel Medioevo più antico la biblioteca era un luogo strettamente legato alle comunità religiose, dove avveniva la trasmissione dei testi attraverso la copiatura. I libri erano un bene raro e prezioso riservato a pochissimi. È solo nell'Ottocento, prima negli Usa poi in Europa, che nascono le biblioteche come servizi pubblici, le biblioteche per tutti. In Inghilterra dal 1850 si crearono tante piccole biblioteche legate alle comunità locali, finanziate con una tassa comunale, così anche coloro che non ne avevano i mezzi potevano accedere ai libri per apprendere un mestiere o per conoscere il mondo: se i ricchi avevano biblioteche private, le classi medie e i ceti che volevano emanciparsi avevano le biblioteche pubbliche.
Tornando all'oggi, la Cgil ha recentemente riorganizzato e inaugurato la sua biblioteca (attiva dal 1989): il 4 novembre si sono infatti riaperte le porte della biblioteca Di Vittorio, centro di documentazione sindacale e archivio storico della Cgil di Bergamo. La biblioteca porta il nome di Giuseppe Di Vittorio (1892-1957), storico segretario generale della Cgil, politico e antifascista, uno fra gli esponenti più autorevoli del sindacato italiano del secondo Dopoguerra.
Per capire meglio quale è la ricchezza di cui possiamo tutti godere e per comprendere l'impegno che questa riapertura ha comportato, ho intervistato Mara D'Arcangelo, nuova responsabile della biblioteca, dopo Eugenia Valtulina, ora in pensione.
"La Di Vittorio è una biblioteca di settore, speciale come viene chiamata in gergo, dedicata alla storia del sindacato e al tema del lavoro. Questa preziosa sezione del nostro patrimonio librario è la più ricca fra le sotto-categorie presenti: economia del lavoro, relazioni industriali, condizioni di lavoro, contrattazione collettiva e vertenze, storia del sindacato e modelli sindacali, scioperi" spiega D'Arcangelo.
"Si possono trovare, però, anche libri di filosofia e psicologia, sociologia, antropologia e altri dedicati ai processi sociali, al ruolo e alla condizione delle donne in Italia, alle teorie e alle ideologie politiche, ai diritti civili e politici, all'immigrazione e all'emigrazione, ad economia, diritto, problemi sociali e assistenza sociale, scuola ed educazione, linguaggio, fotografia, romanzi di letteratura italiana e non solo". Si tratta di più di 9.700 volumi, 415 periodici per 1.689 annate totali, oltre che materiale documentale che racconta la storia del sindacato nella nostra provincia.
"Il desiderio è che la Di Vittorio sia una biblioteca viva e attenta anche ai temi di attualità, e per questo stiamo incrementando il patrimonio librario con nuovi acquisti riguardanti la Working class literature, le questioni di genere, i nuovi lavori e le questioni socio-climatiche. Vogliamo pian piano recuperare i testi mancanti di Fenoglio, Jack London, Baudrillard, Debord... Ci auguriamo che la Di Vittorio possa essere un luogo accogliente e di studio per i lavoratori della Cgil ma anche per studenti universitari, ricercatori, pensionati e per chiunque abbia interesse a scoprire o riscoprire i nostri libri".
Per informazioni: biblioteca Di Vittorio Cgil, tel. 035.3594350, mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
Augusta Passera
Dal periodico "Spi-Insieme"
Bergamo, novembre-dicembre 2022