Attribuzione dei fondi per le politiche sociali e socio assistenziali
Dagli interventi di settembre fino alla delibera regionale del 22 novembre
I tre atti del finanziamento delle politiche sociali e socio assistenziali
Peracchi, Spi-Cgil: "Così si chiude il cerchio della ripartizione
dei fondi nazionali e regioni sui servizi sociali"
Con una delibera regionale del 22 novembre (la n. 974) si chiude la fase di attribuzione delle risorse a Comuni (nella forma associata degli Ambiti) e ASL per il finanziamento delle politiche sociali e socio assistenziali. Sul tema è intervenuto oggi Gianni Peracchi, segretario generale provinciale dello SPI-CGIL.
"Si tratta principalmente della ripartizione in sede locale di risorse previste da fondi nazionali e della ripartizione di una quota del fondo sanitario regionale a favore di interventi socio assistenziali. A livello regionale, da settembre ad oggi, i volumi complessivi di questi provvedimenti, sono stati definiti in tre delibere: quella sulla disabilità grave e gravissima, quella per il sostegno della famiglia e dei suoi componenti fragili e quella delle politiche sociali (la 740 di settembre, la 856 di ottobre e, appunto, la 974 di novembre). Si attestano rispettivamente intorno a 45, 50 e 42 milioni di euro. Per Bergamo si tratta di tre tranche pari a 4.663.431, 5.117.387 e 4.770.177 euro. A loro volta questi finanziamenti sono stati assegnati direttamente all'ASL nella misura di 1.912.230 euro, agli Ambiti nella misura di 7.521.378 e direttamente in voucher agli assistiti nella misura di 5.117.387
Anche per parte delle quote non erogate direttamente in voucher è però prevista la voucherizzazione (SLA, disabili e anziani gravemente non autosufficienti). Dunque permane una scelta significativamente indirizzata verso lo strumento del voucher e meno verso il potenziamento dei servizi. Qualche segnale interessante, tuttavia, si è riscontrato anche grazie alle proposte e alle pressioni delle organizzazioni sindacali. In primo luogo le tre delibere sono state precedute da accordi e intese con le parti sociale ed è questa un'inversione di tendenza rispetto al precedente sistema di relazioni sindacali.
In secondo luogo, seppure in minima parte, si sono spostate risorse dal fondo sanitario regionale al sistema del socio assistenziale, anche se è pur vero che da anni sono sostanzialmente fermi i contributi regionali alle case di riposo e questo in qualche misura compensa tale spostamento.
Infine, sono stati allentati, e questo va certamente bene, i vincoli di destinazione delle risorse, lasciando maggiore autonomia al sistema integrato dei servizi territoriali.
Permane, comunque, sullo sfondo il disegno di conferire alla Regione e alle strutture sanitarie che da essa dipendono organicamente, le ASL, un ruolo di governance maggiore rispetto ai Comuni e questo, purtroppo, anche virtù alla fragilità di un sistema di enti locali eccessivamente frammentato.
In ogni caso per quest'anno (e ci auguriamo anche per i prossimi) le organizzazioni sindacali dei pensionati, insieme alle confederazioni, possono discutere con ASL e Comuni sulla base di risorse certe sbloccate a livello nazionale e regionale, quindi, assegnate ai diversi territori.
Si sta concludendo proprio in queste settimane un giro di incontri con tutti i quattordici Ambiti della provincia. Stiamo registrando una maggiore attenzione su alcuni temi da noi proposti: i principi di integrazione, di sostegno alle persone colpite dalla crisi, a quelle in condizioni di maggior fragilità e ai minori, di promozione dell'aggregazione e dell'associazionismo tar Comuni e tra diversi attori sociali, ma anche i principi di lotta all'evasione fiscale sembrano trovare terreno più fertile che in passato. Ovviamente le organizzazioni sindacali, a partire da quelle dei pensionati, si riservano una valutazione più organica e complessiva al termine di questa prima tornata negoziale".
Bergamo, 27 novembre 2013