Appunti per l'incontro dei sindacati unitari con l'Asl di Bergamo
Le R.S.A., laddove le condizioni lo consentono (vedi l'esiguità dei finanziamenti e delle tariffe, fino a qualche mese or sono, dell'ADI), potrebbero integrare la loro offerta di servizi e dio prestazioni con attività diversificate.
A partire, appunto, dall'Adi.
Va sostenuto ed incentivato, oltre che razionalizzato in termini di piena occupazione dei posti disponibili, il sistema dei centri diurni integrati.
A questo riguardo va colto il fenomeno di modificazione nei fatti dell'offerta di queste strutture: da assistenziale per anziani in condizioni critiche ma ancora, in parte, autosufficienti, a risposta a bisogni di demenza, alzheimer, psichiatria.
Nelle politiche di dimissioni protette, che dovrebbero essere governate da protocolli tra asl, distretti, aziende ospedaliere ed anche r.s.a., l'asl dovrebbe assumere un ruolo maggiore di promozione e di coordinamento.
Le R.S.A. potrebbero, a fronte di chiari e convenienti finanziamenti, maggiori di quelli di una permanenza normale in struttura (tra l'altro più economici di quelli che verrebbero sostenuti se la persona permanesse in ospedale), ritagliarsi qualche posto, in aggiunta a quelli di sollievo, per una sorta di riabilitazione non particolarmente complessa.
Occorrono, in sostanza, più posti di riabilitazione nel nostro territorio
Le R.S.A. devono integrarsi di più nel sistema dei piani di zona.
Potrebbero essere considerate l'anello di congiunzione, sul versante della residenzialità, tra ospedale e territorio e tra sanità ed assistenza.
E' utile ricordare quanto sia opportuno riattivare o realizzare centri unici di prenotazione degli accessi, almeno a livello di ambito se non addirittura su base provinciale.
Senza con questo ledere l'autonomia delle singole strutture
Si faccia attenzione ad evitare, però, un eccessiva sanitarizzazione delle strutture, privilegiandone invece l'aspetto assistenziale rivolto alla persona anziana, anche con condizioni compromesse.
L'Asl potrebbe fornire dati sui costi, generali e sanitari delle strutture, e riprendere il progetto di rilevazione della qualità delle prestazioni rese dal sistema di residenzialità assistenziale del nostro territorio.
A questo proposito sarebbe utile che annualmente l'Asl rinviasse alle O.O.S.S. i reports analitici della composizione dei costi e le tariffe, rilevate nel settore
L'Asl ha compiti di vigilanza e controllo ma non di regia o di governo del sistema socio assistenziale.
Questo compito è affidato in primis alle stesse strutture ed ai livelli istituzionali che agiscono nel territorio (tavolo interistituzionale asl, comuni, r.s.a., provincia).
L'obiettivo è da tempo, sempre proposto ma mai realizzato a partire proprio dall'asl, che i sistemi delle istituzioni locali e quello sanitario (strutturato su base nazionale e regionale) operino prioritariamente al proprio interno (si fa notare che i piani di salute dei distretti, che dovevano essere l'equivalente dei piani di zona, non sono mai stati realizzati) e arrivino in una seconda fase a forti momenti di integrazione.
Congiuntamente si possono operare pressioni in regione, ai diversi livelli, per superare il criterio delle graduatorie provinciali ai fini dell'assegnazione del premio di qualità.
Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil Bergamo
Questo testo è stato presentato e consegnato con l'apposizione delle firme di Peracchi, Bonomi (Spi), Selogni (Uilp) e Regazzi (Fnp) al direttore sociale dell'Asl Massimo Giupponi ed alla Dott.ssa Giuseppina Frigeri in occasione dell'incontro svoltosi il 29 aprile 2008.