La richiesta all'Inps: accessibilità ai propri cedolini di pensione
Gibellini, Spi-Cgil di Bergamo: "Le persone siano messe in grado di vedere i dettagli dei trattamenti che li riguardano.
Dai dati dell'Istituto, accede online solo un pensionato su quattro"
Sono passati sei anni da quando l'Inps ha deciso di sopprimere le comunicazioni cartacee con cui si inviavano ai pensionati i dati delle loro prestazioni pensionistiche e di rendere accessibili questi dettagli, con gli altri servizi, solo online.
Il numero dei pensionati che accedono a queste informazioni essenziali dal sito dell'Istituto dopo rilascio di apposito Pin, però, è basso: "In tutt'Italia solo 4,5 milioni su 16 milioni usano il Pin Inps, secondo i dati che ci sono stati forniti dall'Istituto nel settembre 2020" spiega oggi Marcello Gibellini dello Spi-Cgil di Bergamo e presidente del Comitato provinciale Inps in qualità di rappresentante delle parti sociali. "Dunque quasi 12 milioni di pensionati non riescono ad accedere ai propri cedolini e a controllare importi ed eventuali variazioni delle loro pensioni".
A Bergamo e in provincia i pensionati sono circa 300.000 e, facendo le debite proporzioni, sarebbero circa 225.000 quelli che non accedono abitualmente al portale Inps.
Il sindacalista fa notare che le variazioni negli importi dei cedolini possono essere frequenti in particolare relativamente alla tassazione, sia per quanto riguarda l'Irpef nazionale, sia soprattutto per quanto riguarda le addizionali regionali e comunali, senza poi contare gli errori in cui lo stesso Istituto può incorrere e purtroppo a volte incorre.
"Ora il passaggio da Pin Inps a Spid renderà probabilmente ancora più difficile l'accesso: lo Spid è sicuramente un sistema di identificazione più sicuro, ma più complesso da ottenere, per la difficoltà e la lunghezza della procedura, e più complesso da utilizzare, anche perché presuppone la disponibilità di un indirizzo di posta elettronica e di un telefono cellulare di esclusivo utilizzo del pensionato. Una coppia di pensionati, ad esempio, per avere accesso con lo Spid rilasciato dallo stesso provider dovrà avere due telefoni cellulari" prosegue Gibellini.
Per questo lo Spi-Cgil invita l'Inps a dare risposta al problema e a farsi portavoce nei confronti delle istituzioni della necessità di affrontare il tema del divario digitale della popolazione anziana, soprattutto la più anziana, in particolare per quanto riguarda l'accesso ai servizi della pubblica amministrazione e specificatamente dell'Inps, anche mettendo in campo un grande progetto di alfabetizzazione digitale, utilizzando le risorse di Next Generation Ue.
"Chiediamo che i pensionati vengano messi nelle condizioni di conoscere preventivamente qualsiasi modifica relativa alla loro pensione e in tempi molto più ragionevoli degli attuali che Inps renda disponibili i C.U. ed gli O bis M aggiornati. L'Istituto deve affrontare il tema del rapporto con l'utenza ed il ruolo che possono svolgere sia i soggetti di intermediazione sociale sia quelli di rappresentanza sociale".
Queste richieste sono anche contenute in un ordine del giorno approvato all'unanimità dal Comitato provinciale Inps il 25 marzo, con le sole astensioni della Direzione Provinciale dell'Inps, del rappresentante della Ragioneria Territoriale dello Stato e del Rappresentante della Dtl di Bergamo.
Ufficio Comunicazione Cgil
Bergamo, 31 marzo 2021