Diritti nascosti - il caso dell’assegno sociale
Capita anche di avere diritto a un po' di strabenedetti soldi e di non saperlo.
Qualche anno fa lo Spi-Cgil di Bergamo si occupò del caso delle vedove (e dei vedovi) invalide al 100% di coniugi ex lavoratori dipendenti. Costoro hanno diritto a percepire, insieme alla pensione di reversibilità, anche l'assegno familiare. Molti non lo sapevano e fatte le necessarie pratiche ebbero anche gli arretrati di 5 anni, circa 3000 euro.
Quando si capita in una situazione di "diritti economici inespressi", cioè non conosciuti, c'è solo da sperare che si possano recuperare. La beffa è scoprirlo quando ormai se ne è persa irrimediabilmente larga parte.
Rientrano nella prima categoria - per fare degli esempi che riguardano sempre noi pensionati - la pensione di vecchiaia, gli assegni familiari, la "quattordicesima". Tutti casi in cui si possono chiedere gli arretrati.
Rientrano invece nella seconda categoria molte altre prestazioni tra cui, sempre a mo' di esempio, la pensione anticipata, la pensione di invalidità, il reddito e la pensione di cittadinanza e infine l'assegno sociale, quello che - per intenderci - ha sostituito la vecchia pensione sociale. Qui gli arretrati non si possono chiedere: il diritto, se c'è, decorre da quando se ne fa richiesta.
L'assegno sociale è una prestazione assistenziale, a differenza di tutte le altre forme di pensione, e può non riguardare solo la singola persona che ha maturato il diritto ma può essere esteso alla coppia.
Questa prestazione, semplificando molto, spetta a chi ha compiuto 67 anni e non ha redditi, oppure ne ha ma inferiori al valore dell'assegno stesso, che nel caso di persona coniugata è di 11.967 euro annui.
Se l'interessato vive con il coniuge, anche di età inferiore ma che non abbia redditi che facciano superare alla famigliola l'importo di 11.967 euro annui, il suddetto importo verrà riconosciuto.
Facciamo un esempio: Antonio ha 67 anni e percepisce una pensione di 700 euro al mese e nessun altro reddito; la moglie ha 55 anni e nessun reddito di una qualche consistenza. In questo caso il signor Antonio avrà diritto alla sua pensione di 700 euro al mese più l'assegno sociale di circa 200 euro al mese.
Molti non ne sono al corrente, anzi sono convinti che la moglie del signor Antonio debba aspettare i 67 anni per avere una quota di assegno sociale.
Non è così. Diffondiamo la notizia!
Coloro che pensano di rientrare in questa situazione possono naturalmente rivolgersi alle nostre sedi, sia per essere informati che per attivare le pratiche necessarie. Saremo ben lieti di dare una mano.
Marcello Gibellini
Dal periodico "Spi-Insieme"
Bergamo, marzo-aprile 2021