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Previdenza e assistenza

Pensioni: siglato il 28 settembre un accordo tra governo e sindacati


La nota unitaria di Spi, Fnp e Uilp di Bergamo e il testo sottoscritto

"I pensionati vedono un po' di giustizia dopo tanti anni di manovre sempre in negativo": così, con "soddisfazione" Marcello Gibellini di SPI-CGIL, Onesto Recanati di FNP-CISL e Sebastiano Testa di UILP-UIL di Bergamo hanno accolto l'accordo siglato ieri sulle pensioni tra Governo e sindacati, con le modifiche al regime pensionistico da introdurre nella Legge di Stabilità.

"C'è stato un cambio di paradigma rispetto alla legge Fornero" commentano unitariamente i tre sindacalisti bergamaschi. "Finalmente si usa un linguaggio di coesione sociale e non di spaccatura tra generazioni. Questo non significa che ci accontentiamo: la nostra piattaforma è nella nostra testa e nei nostri cuori, il lavoro va avanti, restano ancora tante cose da fare, ma quello di oggi è un buon risultato.
L'intesa rappresenta un importante traguardo dopo mesi di lavoro, ridà dignità ai pensionati dopo che per troppo tempo è stata loro negata; dopo anni nei quali ci siamo battuti per affermare i nostri diritti senza ricevere ascolto, assistiamo finalmente ad una presa di posizione con la quale i pensionati ricevono qualcosa senza dare nulla in cambio.
Questo grazie alla nostra tenacia, alla tenuta di saldi rapporti unitari, alla mobilitazione dei pensionati, sfociata nella manifestazione nazionale del 19 maggio a Roma.
Mobilitazione, merito ed elaborazione di richieste ambiziose, tenendo comunque saldamente i piedi per terra ci hanno consentito di conquistare e poi di mantenere un livello negoziale che non era per nulla scontato e che proseguirà, come sancito nell'intesa, anche per i prossimi mesi".

Riportiamo qui di seguito un estratto dell'accordo di ieri:
"A seguito del confronto avviato presso il Ministero del lavoro e delle Politiche Sociali in data 24 maggio 2016, Governo, CGIL, CISL e UIL con il presente verbale sintetizzano gli elementi di fondo emersi nel corso di una discussione approfondita e circostanziata sulle problematiche aperte in campo previdenziale, una discussione che ha fatto emergere un giudizio articolato da parte dei soggetti del confronto e che per le OO.SS. non esaurisce gli elementi della loro piattaforma.
In particolare, al fine di favorire l'equità sociale, di aumentare la flessibilità delle scelte individuali, di eliminare gli ostacoli alla mobilità lavorativa e di sostenere i redditi da pensione più bassi, il Governo e le OO.SS. concordano sull'obiettivo di adottare alcune delle misure elencate di seguito già a partire dalla prossima legge di bilancio ("fase I") e di tenere aperto un confronto costruttivo e di merito su ulteriori interventi di riforma previdenziale nel corso del 2017 ("fase II")
FASE I
Il Governo e le OO.SS. concordano sull'obiettivo di sostenere i redditi medio-bassi da pensione (punti 1 e 2).
Riduzione delle imposte sulle persone fisiche per i redditi da pensione.
Completando il percorso avviato con la scorsa Legge di Stabilità partendo dai pensionati con più di 74 anni, si prevede l'aumento della detrazione d'imposta (riconosciuta fino a 55.000 euro) per tutti i pensionati al fine di uniformare la loro no tax area a quella dei lavoratori dipendenti (8.125 euro).
Aumento dei trattamenti pensionistici di importo basso.
Si prevede un intervento sulla somma aggiuntiva (la cosiddetta "quattordicesima mensilità") teso sia ad aumentare gli importi corrisposti, sia ad estendere la platea dei beneficiari di circa 1,2 milioni di pensionati. Ciò sarà realizzato sia attraverso un aumento dell'importo per gli attuali beneficiari (circa 2,1 milioni di pensionati con redditi fino a 1,5 volte il trattamento minimo annuo INPS), sia attraverso l'erogazione della quattordicesima anche ai pensionati con redditi fino a 2 volte il trattamento annuo minimo INPS (circa 1.000 euro mensili nel 2016) nella misura prevista oggi".

(Attenzione, sottolineiamo che queste novità si caratterizzano per lo stretto legame con i contributi versati e non sono quindi riferite alle pensioni sociali, che vengono riconosciute anche a chi non ha mai versato contributi).

A proposito di perequazione dei trattamenti pensionistici, l'accordo poi prevede che:
"Il Governo si impegna sin d'ora, dopo il termine previsto dell'attuale meccanismo di rivalutazione dei trattamenti pensionistici per fasce di importo, a introdurre un sistema di perequazione basato sugli scaglioni di importo, confermando a partire dal 2019 il ritorno al meccanismo già previsto dalla legge 388/2000. Si impegna inoltre a valutare la possibilità di utilizzare un diverso indice per la rivalutazione delle pensioni, maggiormente rappresentativo della struttura dei consumi dei pensionati, e a valutare la possibilità di recuperare parte della mancata indicizzazione ai fini della rivalutazione una tantum del montante nel 2019".

"Si tornerà quindi ad un sistema che avevamo concordato come organizzazioni sindacali ai tempi della concertazione già con il Governo Prodi" concludono i tre sindacalisti orobici. "Inoltre sul versante che riguarda i nostri figli e i nostri nipoti si aprono possibilità per una uscita flessibile dal mondo del lavoro. In particolare apprezziamo le risposte alle fasce maggiormente in difficoltà: lavoratori precoci, lavoratori che svolgono attività usuranti, lavori di cura. Anche la cosiddetta tassa sulle ricongiunzioni, introdotta a suo tempo da Sacconi e Brunetta, viene abolita consentendo l'unificazione dei contributi dei vari enti previdenziali in forma gratuita. Anche sul rilancio della previdenza complementare ed integrativa ci pare si faccia qualche passo in avanti".

Ufficio Comunicazione Cgil Bergamo
29 Settembre 2016


red leggi il testo dell'accordo