Questo Sito Utilizza cookie per migliorare la tua esperienza di navigazione sul sito. Continuando la navigazione accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra.

RSA (Case di riposo)

Rsa, un ruolo sempre più complesso


carisma-mod3red Le Residenze sanitarie assistenziali sono strutture destinate a ricoprire un ruolo sempre più importante nella nostra società, contrariamente a quanto sembra pensare l'assessore regionale al welfare Guido Bertolaso, che tranquillamente ha dichiarato: "le Rsa bisogna chiuderle, è solo questione di tempo, si chiuderanno da sole perché non ci sarà più bisogno di queste realtà".

red Ma facciamo un passo indietro. Come possiamo constatare, è in atto un progressivo invecchiamento della popolazione. Gli stili di vita attivi associati a una sana e variata alimentazione hanno fatto sì che, da anni, vi sia un aumento dell'aspettativa di vita. Questo, unito alla riduzione delle nascite, ha portato la percentuale di anziani a crescere dal 18,2% del 2013 al 22,1% del 2023 (era il 15,9% nel 2002). Un altro cambiamento importante da considerare è la composizione dei nuclei familiari, che ad oggi sono sempre più composti da 1 sola persona (ad esempio, nell'Ambito di Bergamo siamo al 43,7%, in quello delle Valle Brembana al 38,8%).
Come abbiamo più volte ribadito tuttavia, una vita più lunga è spesso correlata a un incremento di patologie cronico-degenerative, con conseguente aumento di persone affette da patologie croniche e inevitabilmente della non autosufficienza.
In sintesi, gli anziani saranno sempre più numerosi, più poveri e con meno aiuti familiari, quindi bisognosi di un contesto accogliente e attento ai bisogni delle persone più fragili.

red Ma le Rsa di oggi sono adeguate a questa prospettiva? Con quali strumenti e con quali servizi devono collaborare per reggere un compito così complesso e gravoso? Ecco il punto di vista di Spi e Cgil.

red Innanzitutto è indispensabile che venga attuata la legge sulla non autosufficienza. La Cgil, insieme a Cisl e Uil, da circa 20 anni rivendicava questa legge e grazie alle nostre continue sollecitazioni, alle mobilitazioni, alla raccolta di firme, il governo Draghi approvò il disegno di legge delega. Oggi abbiamo la legge 33 del 23-3-2023. Questa legge delega prevede l'emanazione dei decreti attuativi e soprattutto che venga finanziata da parte del governo, ma l'attuale legge di Bilancio non ha previsto alcuno stanziamento economico, rendendo di fatto inapplicabile la legge stessa.
Tuttavia, per rispondere ai bisogni della popolazione anziana, oltre a rendere operativa la legge citata, è necessario attivare una rete di servizi territoriali che sia capillare, efficace ed efficiente, così da consentire alla persona anziana non autosufficiente il diritto di vivere al proprio domicilio il più a lungo possibile, ricevendo gli interventi di cui ha bisogno.
In questa logica diventa indispensabile garantire l'integrazione tra l'ambito sanitario e quello sociale, che veda coinvolte a pieno titolo anche le Rsa quali parte integrante del sistema.
Per prima cosa, riteniamo che le Rsa debbano essere luoghi accoglienti perché, in qualche modo, sostituiscono la famiglia. Devono essere strutture luminose, con ampi spazi, organizzate con un buon numero camere singole, che siano possibilmente circondate da giardino (data anche la recente esperienza legata alla pandemia), dotate di sale multisensoriali che consentano una stimolazione mirata a rallentare il declino cognitivo nelle persone affette da demenza; insomma, dei luoghi in cui sia piacevole vivere.
Nello stesso tempo devono garantire prestazioni sanitarie e specialistiche in grado di dare risposte alle persone ricoverate, che sono per lo più malate e in condizioni di estrema fragilità e che presentano bisogni di salute che anni fa avrebbero necessitato di ricoveri in ospedali geriatrici.

red Se l'assistenza è diventata più complessa, è indispensabile che la Regione riveda gli standard gestionali/assistenziali. Regione Lombardia continua a chiede 901 minuti a settimana per ospite di assistenza sanitaria-assistenziale e 1.200 per i nuclei Alzheimer. E parliamo di strutture a contratto, perché per quelle "private" i parametri sono decisamente inferiori.
È necessario anche attivare una rete che consenta alle Rsa di interfacciarsi sia tra loro che con la rete ospedaliera per dimissioni e accoglienza, così da garantire una vera collaborazione e una "vera" continuità assistenziale.
Altro aspetto critico è la tariffazione/contributo regionale, cioè la quota che la Regione versa per la parte sanitaria della gestione di ogni ospite. Tale contributo è inadeguato e non copre assolutamente la quota sanitaria, che invece dovrebbe essere totalmente a suo carico, a maggior ragione se consideriamo che le condizioni di salute delle persone ospitate sono nettamente peggiori rispetto a una decina di anni fa. Questo, assieme a ciò che ha causato la recente epidemia e al rincaro dei costi energetici, ha determinato un aumento delle spese a carico delle Rsa, le quali hanno attuato aumenti anche considerevoli delle rette a carico degli ospiti.

red Oltre a chiedere gli adeguamenti economici alla Regione, abbiamo più volte sollecitato le Rsa a "consorziarsi" tra loro, ad attivare un punto unico di acquisti, fino a ipotizzare anche un unico ufficio tecnico e di gestione del personale, così da affrontare minori costi e acquisire maggiore forza contrattuale con i fornitori.

red Per sensibilizzare la Regione su queste tematiche e per chiedere interventi solleciti e complessivi, abbiamo fatto una raccolta di firme, abbiamo manifestato a più riprese, a livello nazionale, regionale e locale.
Quello che chiediamo da anni è: l'istituzione di un tavolo provinciale per le Rsa con la costituzione di un Osservatorio territoriale specifico all'Area anziani; l'aumento della qualità dell'offerta assistenziale; un sistema di governo delle rette per garantire equità e sostenibilità; maggiore trasparenza sulla condizione economica delle Rsa e dei servizi offerti; l'avvio di un confronto sul futuro delle Rsa, sul loro ruolo e sulla qualità della vita per i ricoverati; il rinnovo dei contratti nazionali dei lavoratori del settore.
Chiediamo inoltre: potenziamento della residenzialità aperta e leggera; integrazione tra Rsa e servizi sociosanitari territoriali; adeguamento dei minutaggi assistenziali alla reale complessità di cura degli anziani e revisione degli standard di accreditamento; trasparenza su dati, esiti di cura e rette; copertura della quota sanitaria delle rette da parte del servizio sanitario regionale; rafforzamento del personale e percorsi di formazione.
In conclusione, ribadiamo l'importanza che le Rsa siano parte integrante del sistema socio sanitario lombardo e che debbano continuare ad essere un luogo fondamentale per l'assistenza agli anziani non autosufficienti.

Carmen Carlessi
Dal periodico "Spi-Insieme"
Bergamo, gennaio-febbraio 2024