Entrare nelle Rsa: il sindacato chiede procedure chiare e uniformi
Rsa, pensionati Spi Cgil di Bergamo: "si può o no entrare nelle case di riposo
per visitare finalmente i propri parenti?"
I famigliari: ogni struttura fa da sé
Si può o no entrate nelle Rsa per visitare finalmente i propri parenti? Se lo chiede – non senza una certa insofferente critica – lo Spi Cgil di Bergamo con una nota della sua segretaria generale Augusta Passera.
"Basta con il consueto palleggio di responsabilità, che viene utilizzato come ricatto e finisce sempre sulle spalle dell'ultimo della catena. Vogliamo una decisione chiara e soprattutto inequivocabile a livello regionale che permetta, pur con le necessarie cautele, una gestione serena e uniforme della situazione. I parenti dei ricoverati nelle case di riposo ci dicono che ogni Rsa è una repubblica a sé: qualcuno fa entrare con il tampone a pagamento, qualcuno ha ancora le porte chiuse, qualcuno utilizza strumenti adeguati come stanze degli abbracci e vetri divisori e noi assistiamo al balletto impotenti.
Comprensibile è la paura da parte di chi gestisce le Rsa anche se il personale è di solito molto attento al bisogno di contatto dei residenti, proprio perché condivide con loro le sofferenze. Ancora ieri a livello provinciale la riunione tra Ats e presidenti delle Rsa si è risolta in una bagarre che non ha portato ad alcuna decisione.
Stiamo davvero toccando il fondo della pazienza degli ospiti e dei parenti: è indispensabile che si arrivi a un accordo se non regionale almeno provinciale di uniformità e di coraggio responsabile. Da parte del sindacato dei pensionati a livello regionale sono state avanzate tre richieste: uniformità di comportamenti e di indicazioni tra le Ats, un modello standard per il Patto di condivisione dei rischi che escluda responsabilità dirette per le famiglie e il tampone gratuito e facilmente accessibile per i parenti che chiederanno di visitare gli ospiti".
Ufficio Comunicazione Cgil
Bergamo, venerdì 14 maggio 2021