Congresso 2018, chiusi i lavori dello Spi Cgil di Bergamo
Augusta Passera confermata alla guida dei pensionati
Con 72 voti favorevoli, 2 contrari e un'astensione, Augusta Passera è stata confermata alla guida del sindacato pensionati SPI-CGIL di Bergamo.
Anche il 25 ottobre, come nella giornata precedente, all'Auditorium Sant'Alessandro di via Garibaldi molti sono stati gli interventi dei delegati al Congresso. Nella seconda sessione hanno preso la parola anche Stefano Landini, segretario generale dello SPI-CGIL della Lombardia, e Gianni Peracchi, segretario generale della CGIL di Bergamo.
Negoziazione territoriale, invecchiamento, diritti "inespressi" e coesione sociale: numerosi i temi affrontati nella lunga fase congressuale dai pensionati dello SPI provinciale che nelle ultime settimane hanno svolto 109 assemblee in cui hanno votato 7.722 iscritti.
Dopo l'elezione del segretario generale, è stata votata anche la segreteria. Sono stati confermati i tre componenti uscenti: Maria Teresa Carlessi, Giacomo Pessina e Tarcisio Mafessoni.
Di un tema particolarmente delicato e importante dell'azione sindacale, cioè quello della contrattazione sociale territoriale, ha parlato nella seconda mattinata Maria Teresa Carlessi della segreteria: "È l'azione che lo SPI-CGIL svolge con enti locali, aziende sanitarie locali su servizi, prestazioni sociosanitarie e livelli di tariffe e tributi locali. L'obiettivo della contrattazione sociale è realizzare una maggiore equità attraverso sviluppo di politiche per il lavoro e per la casa, l'assicurazione di servizi socio-sanitari adeguati nel territorio, la realizzazione della progressività delle imposte, la protezione delle fasce di popolazione a basso reddito, in modo particolare i redditi da pensione. Cerchiamo di farlo attraverso l'attivazione di sportelli sociali, il coinvolgimento dei cittadini, l'elaborazione di piattaforme condivise, una comunicazione efficace. La negoziazione sociale a livello locale si attua prevalentemente attraverso la realizzazione del Piano di Zona che è lo strumento privilegiato della programmazione. Nel 2018 la nostra attività di negoziazione sociale ha preso il via con il confronto con l'Agenzia Territoriale della Salute (ATS), seguito dall'incontro con il Consiglio di Rappresentanza dei Sindaci e quindi con gli Ambiti. Abbiamo sottoscritto una serie di protocolli con gli Ambiti di Bergamo (6 Comuni coinvolti), Dalmine (17 Comuni coinvolti), Seriate (11 Comuni coinvolti), della val Cavallina (20 Comuni coinvolti), della valle Seriana (18 Comuni coinvolti), valle Seriana Superiore (24 Comuni coinvolti) e con l'Isola Bergamasca e val San Martino (24 Comuni). Quest'anno abbiamo svolto negoziazione sociale a Ponte S. Pietro, Zogno, Lovere e Calusco d'Adda, mentre siamo in attesa di convocazione a Carvico, Bottanuco, Brembate, Suisio. In programma abbiamo altri incontri".
E proprio di contrattazione sociale territoriale aveva parlato, il giorno precedente, anche Augusta Passera nella sua relazione introduttiva, nel passaggio in cui si affrontava la questione dell'invecchiamento della popolazione: "È chiaro che l'allungamento della vita spesso coincide con un allungamento del periodo di cronicità di una malattia, troppo spesso con l'allungamento del periodo di non autosufficienza. Bisogna progettare e mettere in atto misure concrete affinché l'allungamento della vita continui ad essere accompagnato da un miglioramento delle condizioni di salute, ottenendo tra l'altro il risultato di contenere la spesa per la cronicità. Queste misure devono concretizzarsi attraverso politiche sociali, urbanistiche e per la mobilità che contrastino l'isolamento fisico e relazionale che limita sempre di più la vita degli anziani. Bisogna saper, poi, differenziare le politiche a livello territoriale: vivere in un quartiere di Bergamo pone problemi diversi da quelli che si incontrano a Valbondione. In causa c'è anche il nostro ruolo di rappresentanza come sindacato dei pensionati, che è chiamato ad agire su tutti questi versanti: stimolando comportamenti individuali per mantenersi in buona salute, con l'utilizzo degli strumenti a nostra disposizione e agendo attraverso il confronto, la contrattazione e la mobilitazione, se serve, nei confronti di tutti i soggetti che sono titolari dei servizi".
Di coesione sociale ha parlato, invece, nel suo intervento Mario Belotti che ha la delega della segreteria provinciale SPI alla cosiddetta "Area Benessere": "Abbiamo cercato in questi anni di consolidare i rapporti di socializzazione e collaborazione con le case di riposo e con le associazioni presenti sul territorio che si occupano a tutto tondo della disabilità, ricevendone un ritorno più che positivo. La decisione di sindacalizzare il tema del tempo libero e del benessere risulta essere una scelta azzeccata, occasione per riprendersi tutte quelle attività di gruppo e socialità che nella vita lavorativa vengono spesso rese marginali per gli innumerevoli impegni di lavoro. Abbiamo organizzato più di 40 manifestazioni diverse sul nostro territorio: dal ballo alle bocce, dal gioco delle carte alle mostre di quadri, dalle poesie ai racconti e dai Giochi di LiberEtà coinvolgendo gli ospiti delle Rsa e le ragazze e i ragazzi con disabilita a Capriate, Brembate Sopra, Almenno, Alzano, Abino e Zogno".
In provincia di Bergamo lo SPI-CGIL è presente in tutte le 46 sedi della CGIL (37 delle quali gestite direttamente dai pensionati). Sul territorio orobico ha inoltre una settantina di presidi situati in sedi di associazioni o enti locali. Sono attivi per lo SPI provinciale 246 volontari.
Bergamo, 25 ottobre 2018
Ufficio Comunicazione CGIL Bergamo
Pensionati di Bergamo, il primo giorno del Congresso 2018
Tra i temi, negoziazione territoriale, invecchiamento, diritti "inespressi" e coesione sociale. Nelle settimane precedenti si sono tenute 109 assemblee
"Nel solo territorio del Comune di Bergamo le famiglie composte da un'unica persona hanno quasi raggiunto la percentuale del 50% e di queste il 20% è costituito da persone anziane sole. Lo SPI-CGIL si rivolge a loro e a tutti gli altri pensionati: è una delle più grandi agenzie che si occupano di anziani e la nostra collaborazione con gli enti locali può e deve essere un punto a favore per la realizzazione di progetti concreti": così Augusta Passera, segretaria generale uscente dello SPI-CGIL di Bergamo, si è rivolta nella mattinata del 24 ottobre alla platea del XII Congresso provinciale, in svolgimento per due giorni all'auditorium Sant'Alessandro, in via Garibaldi 3 a Bergamo.
Negoziazione territoriale, invecchiamento, diritti "inespressi" e coesione sociale: nella lunga fase congressuale della CGIL di Bergamo, ora tocca ai pensionati dello SPI proseguire il confronto dopo aver svolto 109 assemblee a seguito delle quali hanno votato 7.722 iscritti. Ai lavori del 24 ottobre, oltre ai molti delegati che hanno partecipato al dibattito, sono intervenuti per portare i loro saluti anche Matteo Rossi, presidente della Provincia, Sergio Gandi, vicesindaco del Comune di Bergamo, e Mauro Magistrati, presidente dell'ANPI provinciale. Erano presenti (ma interverranno nella seconda giornata) Stefano Landini, segretario generale dello SPI-CGIL della Lombardia, e Gianni Peracchi, segretario generale della CGIL di Bergamo.
Nella sua relazione introduttiva Augusta Passera ha parlato di invecchiamento della popolazione: "È chiaro che l'allungamento della vita spesso coincide con un allungamento del periodo di cronicità di una malattia, troppo spesso con l'allungamento del periodo di non autosufficienza. Bisogna progettare e mettere in atto misure concrete affinché l'allungamento della vita continui ad essere accompagnato da un miglioramento delle condizioni di salute, ottenendo tra l'altro il risultato di contenere la spesa per la cronicità. Queste misure devono concretizzarsi attraverso politiche sociali, urbanistiche e per la mobilità che contrastino l'isolamento fisico e relazionale che limita sempre di più la vita degli anziani. Bisogna saper differenziare le politiche a livello territoriale: vivere in un quartiere di Bergamo pone problemi diversi da quelli che si incontrano a Valbondione. In causa c'è anche il nostro ruolo di rappresentanza come sindacato dei pensionati, che è chiamato ad agire su tutti questi versanti: stimolando comportamenti individuali per mantenersi in buona salute, con l'utilizzo degli strumenti a nostra disposizione e agendo attraverso il confronto, la contrattazione e la mobilitazione, se serve, nei confronti di tutti i soggetti che sono titolari dei servizi".
Passera ha, poi, parlato delle varie "mistificazioni che vengono fatte sulle pensioni, sui pensionati-nababbi: quando si fanno confronti, si nota che in molti paesi europei le pensioni sono praticamente detassate e che nella spesa previdenziale italiana vengono inclusi anche il TFR e i fondi che servono per i trattamenti assistenziali. Non a caso come SPI da tanti anni chiediamo la separazione tra spese per la previdenza e quelle per l'assistenza, come previsto nella Fase 2 dell'Accordo con il precedente governo, la creazione di un paniere ad hoc sui consumi dei pensionati che renda maggiormente efficace la reintroduzione di un meccanismo automatico per mantenere il potere d'acquisto".
La sindacalista ha anche svolto alcune considerazioni più generali, riferendo discorsi sentiti da tanti pensionati che hanno visitato le sedi SPI o che hanno partecipato alle recenti assemblee: "Nel percorso assembleare è emerso come elemento ricorrente lo scoramento, la sfiducia e la rassegnazione spesso unita alla rabbia. È un grande cambiamento antropologico quello che viviamo e noi lo sentiamo in modo particolare perché non è la società in cui siamo cresciuti. Mentre prima, quando le persone avevano consapevolezza della propria mancanza di competenze, di informazioni, si astenevano dall'esprimere opinioni e ascoltavano, si facevano domande, adesso assistiamo alla messa in discussione di tutto, anche del sapere scientifico, con arroganza, con rabbia, senza più confronto, ma tramite un insieme di monologhi, di esternazioni in cui è evidente la perdita di valori quali il rispetto, la solidarietà, spesso anche la compassione. Noi non possiamo e non dobbiamo cadere in questa spirale".
In provincia di Bergamo lo SPI-CGIL è presente in tutte le 46 sedi della CGIL (37 delle quali gestite direttamente dai pensionati). Ha, poi, presidi in una settantina di altri luoghi in giro per il territorio orobico (in sedi di associazioni o enti locali). Sono attivi per lo SPI provinciale 246 volontari. Lo SPI-CGIL si occupa di dare risposte ai cittadini pensionati in merito a tutte le materie che li riguardano; si informa sui bisogni dei territori per poter condurre una negoziazione territoriale il più possibile puntuale ed efficace; costruisce e gestisce sportelli sociali che riescano a farsi carico dei problemi dei più fragili; lavora a un progetto nelle Rsa che permetta di valutare il servizio per gli ospiti, i bisogni e la possibile azione. Ma lo SPI si occupa anche di offrire momenti di formazione ai volontari, organizzare convegni che coinvolgano più cittadini possibile nell'azione di conoscenza e informazione sui temi emergenti.
Bergamo, 24 ottobre 2018
Ufficio Comunicazione CGIL Bergamo