Bergamo: Comune e quartieri, nuovi modelli di interazione
Il Comune di Bergamo sta cercando nuovi modelli operativi per essere vicino ai cittadini. L'assessore Angeloni ci racconta una delle esperienze in atto, che, a partire dalle Reti di quartiere, vede l'Amministrazione relazionare in via privilegiata con le aggregazioni locali, per meglio collaborare, coordinare, interagire con le specificità dei quartieri cittadini.
La crisi dei modelli di partecipazione della democrazia rappresentativa non è certo una novità. E la ricerca d'interlocuzione con il territorio, a fronte della sempre più evidente difficoltà da parte dei corpi sociali intermedi di fungere da adeguato volano e cinghia di trasmissione tra processi decisionali e istanze di base, genera esperienze che stanno rinominando i luoghi e le occasioni della cittadinanza attiva. Il Comune di Bergamo, con la soppressione delle circoscrizioni e di un modello di decentramento che era replica tout court del sistema di rappresentanza elettorale, ha dato nuova vita al Servizio Reti di quartiere, che opera dal 2015 nei quartieri della città di Bergamo. Un servizio che ha varato la figura professionale dell'Operatore di quartiere, sviluppatasi sulla scia di diverse esperienze di mediatore e di lavoro di comunità. Il Servizio reti di quartiere ha articolato un'operatività capillare nel tessuto cittadino in chiave di "sviluppo di comunità" a partire dalle Reti di quartiere, aggregazioni stabili composte da residenti, commercianti, referenti di associazioni, gruppi informali, comitati, referenti di enti di varia natura, servizi comunali e scolastici, parrocchie e gruppi religiosi, terzo settore, agenzie educative. Questo modello di lavoro si è sviluppato in città sin dalla fine degli anni Novanta, ed è ancorato alla forte identità di quartiere che ancora contrassegna la rappresentazione che molti cittadini hanno del proprio rapporto con il territorio.
Dunque l'amministrazione comunale ha scelto questi contesti quali referenze privilegiate e prioritarie di relazione con il territorio, sia pure non esclusive e tantomeno elette a "rappresentanze territoriali". Le Reti di quartiere sono presenti nella quasi totalità dei quartieri cittadini, 23 su 24, si differenziano per composizione, modalità organizzative interne, tematiche che assumono. Gli Operatori di quartiere del Servizio, undici, ognuno incaricato di seguire da uno a tre quartieri, agiscono all'interno di queste aggregazioni in chiave di facilitazione e connessione, supportano i gruppi di lavoro (plenaria, sottogruppi, ecc.), rispettandone fisionomia ed autonomia. Per lavorare efficacemente in questi contesti, all'Operatore è richiesta conoscenza del quartiere entro cui opera, costruendo conoscenza e relazioni privilegiate con gli attori che lo popolano, anche quelli che non partecipano o non conoscono la Rete; tra gli obiettivi c'è quello di allargare costantemente le relazioni e le collaborazioni possibili. Lo spettro d'azione delle Reti di quartiere è ampio e, a seconda dei contesti, può rappresentare un momento di scambio informativo tra realtà dello stesso territorio, un'opportunità di coordinamento tra le programmazioni dei diversi soggetti, oppure un momento di autentica progettazione condivisa. Non diversamente il rapporto con il Comune può di volta in volta assumere una di queste diverse fisionomie e aspettative. Tra i temi trattati vi sono quelli della progettazione sociale e dell'attenzione per le fragilità, della coesione sociale, dell'urbanistica, della tutela ambientale, della viabilità e della sicurezza. Sono oltre 350 le realtà (associazioni, enti, servizi) che partecipano con continuità alle Reti, con più di 900 persone attive nel lavoro di incontro e programmazione delle Reti, per un dato annuale di presenza a tali attività di progettazione di quasi 10.000 persone.
Giacomo Angeloni
Assessore all'Innovazione del Comune di Bergamo
Dal periodico "Spi-Insieme"
Bergamo, marzo-aprile 2022