Piani di zona: bilancio degli incontri con gli Ambiti
CGIL CISL UIL SPI‐CGIL FNP‐CISL UILP‐UIL
BERGAMO
Piani di zona : il primo, generale, bilancio degli incontri con gli Ambiti
Confederazioni e Sindacati dei pensionati fanno il punto
su Sad, tutela minori, disabilità, tutela delle povertà: elementi positivi e critiche
Al centro della discussione c'erano i Piani di zona, sui quali CGIL, CISL e UIL di Bergamo insieme ai sindacati dei pensionati della provincia hanno svolto incontri con quasi tutti gli ambiti (cioè i vecchi distretti socio‐sanitari): Sad, tutela minori, disabilità, tutela delle povertà, modalità della loro gestione, risorse economiche a loro destinate, associazioni di ambito o Comuni che decidono di fare da sé sono stati i temi del confronto.
Di seguito, il comunicato unitario condiviso dalle tre confederazioni e da SPI‐CGIL, FNP‐CISL e UILP‐UIL di Bergamo.
"Contestualmente agli incontri con molti Comuni della nostra provincia, si sono svolte nelle ultime settimane riunioni con la quasi totalità degli ambiti sui Piani di zona progettati per il triennio 2011–2014.
CGIL, CISL e UIL insieme alle Federazioni dei Pensionati FNP, SPI e UILP hanno tracciato un primo, generale bilancio degli incontri, riservandosi di proseguire il confronto in ciascun ambito, sulla base delle analisi svolte sui Piani di zona. La triennalità dei piani e la generale disponibilità ad un confronto di merito costante con le organizzazioni sindacali consente, infatti, di proseguire il percorso.
Le scriventi organizzazioni intendono formulare una prima osservazione rispetto alle modalità del confronto. Infatti, in molti casi si è riscontrata una disponibilità preliminare alla discussione, direttamente o attraverso la partecipazione agli specifici tavoli tematici, in altri la presentazione del Piano di zona è avvenuta a stesura già completata.
Nella riconosciuta (vedi note di Regione Lombardia ‐ ANCI) qualità di soggetti di rappresentanza politica e sociale, è da ribadire, l'importanza nell''interesse di tutti i soggetti, ad avviare il confronto già nella fase di progettazione del piano, ferme restando le titolarità degli uffici di piano e delle istituzioni e la distinzione tra soggetti di rappresentanza e soggetti gestori‐erogatori dei servizi.
Nel merito vengono rilevati alcuni orientamenti positivi:
‐ l'aumento della quota capitaria (quota/abitanti) per fondi di solidarietà o fondi comuni da parte delle singole municipalità, segno di una maturata consapevolezza della necessità di mettersi insieme, di fare sistema, per fronteggiare la continua diminuzione delle risorse;
‐ la sperimentazione di forme di gestione integrata dei Cead (Centri di assistenza domiciliare), da verificare con gli operatori dei distretti sanitari;
‐ l'impegno a mantenere l'erogazione delle prestazioni ritenute prioritarie al livello degli anni precedenti, per il 2012, senza ricorrere ad aumenti della fiscalità locale;
‐ la conferma e lo sviluppo del principio della programmazione concertata, della coprogettazione, con la partecipazione dell'associazionismo e del terzo settore.
Altri orientamenti presentano, viceversa, aspetti di criticità:
‐ i tagli operati, soprattutto nel settore della prevenzione area minori e nell'area anziani (voucher/ buoni sociali, voucher per badanti). Questa operazione, pur negativa, rappresenta tuttavia una scelta tesa a valorizzare i servizi piuttosto che i sussidi economici e va, di fatto, nella direzione opposta al progetto di welfare regionale che prevede espressamente il contrario.
‐ l'incremento delle domande e dei bisogni relativi al disagio sociale, ancora senza risposta, soprattutto nell'area minori.
‐ la permanenza di un ruolo marginale e di una scarsa partecipazione nei piani di zona da parte delle R.S.A.
‐ la costante diminuzione dalle risorse assegnate dalle Regione.
Queste prime e parziali osservazioni saranno oggetto di ulteriori approfondimenti e, come anticipato, di nuove, mirate proposte che saranno presentate ai tavoli di verifica. Vale sottolineare, tra le altre cose, la necessità di una sempre maggiore integrazione con il settore socio‐sanitario che richiede un confronto specifico con ASL.
CGIL, CISL e UIL con FNP, SPI e UILP ribadiscono la centralità del territorio ed in particolare dei Comuni singoli e associati nelle funzioni di gestione e di programmazione delle politiche sociali e socio sanitarie.
Nonostante il devastante ridimensionamento delle risorse, le politiche comunali e dei piani di zona, con un attivo coinvolgimento degli attori sociali e del terzo settore, possono continuare a produrre buone pratiche di presa in carico dei bisogni delle persone e di elaborazione delle risposte più adeguate.
Uno svuotamento di queste funzioni risulterebbe deleterio per l'intero sistema di welfare territoriale e per la qualità delle prestazioni sociali e socio sanitarie rese ai cittadini".
Ufficio Comunicazione CGIL Bergamo
Bergamo, 4 luglio 2012