Conferenza cittadina, Bergamo ripensa il proprio futuro
Sindacati e Comune al lavoro per una città a misura di anziano
Il 16 ottobre si è svolta a Bergamo la seconda conferenza cittadina sulla popolazione over 65, momento in cui i sindacati cittadini dei pensionati di Cgil, Cisl e Uil hanno presentato all'amministrazione comunale e alla cittadinanza il loro progetti.
La struttura sanitaria lombarda, nel periodo di emergenza, ha mostrato in modo drammatico la propria inadeguatezza nell'affrontare la pandemia, mettendo in crisi il sistema. Solo grazie alla disponibilità e abnegazione del personale sanitario è stato possibile contenere il fenomeno, mentre le strutture pubbliche locali hanno retto meglio e in modo più efficace. Le centinaia di volontari, coordinati dall'amministrazione locale, hanno garantito la prossimità e le relazioni nei confronti di soggetti che esprimevano vecchie e nuove fragilità, consegnando pasti e farmaci a domicilio ai numerosi anziani soli.
E qui trova ragione la nostra proposta di istituire un laboratorio per ridefinire il modo di vivere, per rivedere la cultura della domiciliarità, al fine di poterla convertire in prassi quotidiana. Eccone alcuni aspetti.
Conoscere: cercare di avvicinare ogni cittadino al di sopra di una certa fascia di età, ad esempio 75 anni, prima ancora che questi esprima una richiesta (anche solo perché imbarazzato, non abituato, male informato...). L'operatore di quartiere, formato, va a cercare l'anziano a casa sua per verificare la situazione personale e familiare e costruire una relazione. L'operatore sociale è coadiuvato da un tecnico, per verificare la possibilità di un eventuale supporto (oltre il classico Sad) di strumenti tecnologici per facilitare l'esercizio della vita quotidiana.
Abitare: capire come adeguare la singola abitazione alle mutate condizioni individuali, utilizzando la domotica e le nuove tecnologie assistive. La tecnologia sarà sempre più presente e indispensabile per sostenere la fragilità, ma non deve essere patrimonio di pochi privilegiati e demandata alla sola spontaneità delle regole di mercato. La Fondazione casa amica collaborerà al ripensamento urbanistico.
Muoversi: l'anziano deve rimettersi in movimento. I Cte (Centri di tutte le età), che sono fondamentali per creare una rete di rapporti sociali, si sono dichiarati disponibili. L'abbattimento delle barriere architettoniche, sia nella singola abitazione che negli spazi comuni, consentirà una migliore fruibilità dell'ambiente; fondamentale il contributo del Comitato abolizione barriere architettoniche.
Sportello unico per anziani: pensiamo sia utile attivare uno "Sportello over" per facilitare una rete di informazioni capillare e diffusa. Uno sportello unico a cui gli anziani possano rivolgersi per essere informati e indirizzati ai vari servizi (non solo sanitari ma anche sociali), aiutati nelle prenotazioni, supportati nel disbrigo di pratiche e ricevere indicazioni sull'ubicazione degli uffici preposti sul territorio cittadino.
La giunta comunale di Bergamo ha risposto positivamente. "Una sfida per una giunta ambiziosa come la nostra: come intercettare tutti gli anziani che necessitano di risposte? Un laboratorio diventa fondamentale perché attiva gli anziani e le loro necessità" ha detto l'assessore Marcella Messina. Il sindaco Giorgio Gori ha ribadito che: "I servizi sociali come sono stati pensati fino ad oggi non sono sufficienti: bisogna intervenire in termini di prevenzione. Il progetto, partito da Bergamo, ha chiamato a raccolta altri capoluoghi di provincia e di quattro regioni e ha fatto proposte di cooperazione per un focus su tre obiettivi: fragilità degli anziani, povertà e giovani in età scolare. Questo, insieme agli stimoli che arriveranno dal laboratorio, ci aiuterà a focalizzare i nostri interventi."
Lorenzo Gaini
Dal periodico "Spi-Insieme"
Bergamo, novembre-dicembre 2020