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Le novità dello Spi

Solidarietà per i territori colpiti dai gravissimi eventi climatici

Cgil-Cisl-Uil-alluvione-romagnared Chi volesse contribuire a sostenere le popolazioni colpite dai gravissimi eventi alluvionali che nei primi giorni di maggio hanno colpito l'Emilia Romagna e alcuni territori delle Marche, CGIL, CISL e UIL hanno predisposto una raccolta fondi attraverso un conto corrente unitario.

red In allegato il volantino con i dati per effettuare i bonifici bancari.

Bergamo, 22 maggio 2023

 

Perché (ri)aprire una biblioteca nel 2022?

biblio-cgil-nov22red Sono di parte: amo le biblioteche, le amo da quando le ho scoperte: erano il luogo per fare le mie "ricerche". Da allora il profumo, l'atmosfera, la ricchezza di pagine da leggere mi hanno sempre trasmesso un senso di serenità e di curiosità. Entrare in una biblioteca vuol dire avere a disposizione il mondo attraverso le narrazioni, i saggi, le poesie; un universo di informazioni e di emozioni.

red Sappiamo che niente è più importante della formazione per essere liberi, indipendenti, in grado di decidere in maniera autonoma e di giocare un ruolo attivo nella società. Per questo è importante un accesso libero e senza limitazioni alla conoscenza, al pensiero, alla cultura e all'informazione; la biblioteca è il luogo che garantisce a tutti, proprio a tutti, questo accesso.

red Abbiamo sentito parlare - e a volte visitato - autentici monumenti adibiti a biblioteca. La struttura delle biblioteche è dipesa e dipende da diversi fattori: il numero dei potenziali lettori (le persone capaci di leggere e scrivere), il numero e la qualità dei libri, il potere (la Chiesa, lo Stato, che hanno sempre cercato di raccogliere intorno a sé i libri e di custodire il pensiero), il rapporto con gli uomini di scienza e di studio.
La più famosa biblioteca antica, quella di Alessandria, era un grande laboratorio editoriale, un luogo per un numero ristretto di scienziati, filologi, filosofi, con centinaia di migliaia di papiri acquisiti nei modi più diversi, spesso attraverso la confisca.

red Nel Medioevo più antico la biblioteca era un luogo strettamente legato alle comunità religiose, dove avveniva la trasmissione dei testi attraverso la copiatura. I libri erano un bene raro e prezioso riservato a pochissimi. È solo nell'Ottocento, prima negli Usa poi in Europa, che nascono le biblioteche come servizi pubblici, le biblioteche per tutti. In Inghilterra dal 1850 si crearono tante piccole biblioteche legate alle comunità locali, finanziate con una tassa comunale, così anche coloro che non ne avevano i mezzi potevano accedere ai libri per apprendere un mestiere o per conoscere il mondo: se i ricchi avevano biblioteche private, le classi medie e i ceti che volevano emanciparsi avevano le biblioteche pubbliche.

red Tornando all'oggi, la Cgil ha recentemente riorganizzato e inaugurato la sua biblioteca (attiva dal 1989): il 4 novembre si sono infatti riaperte le porte della biblioteca Di Vittorio, centro di documentazione sindacale e archivio storico della Cgil di Bergamo. La biblioteca porta il nome di Giuseppe Di Vittorio (1892-1957), storico segretario generale della Cgil, politico e antifascista, uno fra gli esponenti più autorevoli del sindacato italiano del secondo Dopoguerra.

red Per capire meglio quale è la ricchezza di cui possiamo tutti godere e per comprendere l'impegno che questa riapertura ha comportato, ho intervistato Mara D'Arcangelo, nuova responsabile della biblioteca, dopo Eugenia Valtulina, ora in pensione.
"La Di Vittorio è una biblioteca di settore, speciale come viene chiamata in gergo, dedicata alla storia del sindacato e al tema del lavoro. Questa preziosa sezione del nostro patrimonio librario è la più ricca fra le sotto-categorie presenti: economia del lavoro, relazioni industriali, condizioni di lavoro, contrattazione collettiva e vertenze, storia del sindacato e modelli sindacali, scioperi" spiega D'Arcangelo.
"Si possono trovare, però, anche libri di filosofia e psicologia, sociologia, antropologia e altri dedicati ai processi sociali, al ruolo e alla condizione delle donne in Italia, alle teorie e alle ideologie politiche, ai diritti civili e politici, all'immigrazione e all'emigrazione, ad economia, diritto, problemi sociali e assistenza sociale, scuola ed educazione, linguaggio, fotografia, romanzi di letteratura italiana e non solo". Si tratta di più di 9.700 volumi, 415 periodici per 1.689 annate totali, oltre che materiale documentale che racconta la storia del sindacato nella nostra provincia.
"Il desiderio è che la Di Vittorio sia una biblioteca viva e attenta anche ai temi di attualità, e per questo stiamo incrementando il patrimonio librario con nuovi acquisti riguardanti la Working class literature, le questioni di genere, i nuovi lavori e le questioni socio-climatiche. Vogliamo pian piano recuperare i testi mancanti di Fenoglio, Jack London, Baudrillard, Debord... Ci auguriamo che la Di Vittorio possa essere un luogo accogliente e di studio per i lavoratori della Cgil ma anche per studenti universitari, ricercatori, pensionati e per chiunque abbia interesse a scoprire o riscoprire i nostri libri".

red Per informazioni: biblioteca Di Vittorio Cgil, tel. 035.3594350, mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

Augusta Passera
Dal periodico "Spi-Insieme"
Bergamo, novembre-dicembre 2022

Resi noti i dati sulle dichiarazioni fiscali
Alcune riflessioni sulla nostra provincia

 

red Era molto attesa la pubblicazione, da parte del ministero dell'Economia e delle Finanze, dei dati finali delle dichiarazioni dei redditi dell'anno scorso (dichiarazioni 2021 sui redditi del 2020). Si tratta di un dato importante per capire soprattutto come ha inciso la pandemia Covid-19 sulle condizioni economiche delle famiglie e in che misura i numerosi interventi del governo (i famosi "ristori") hanno contribuito ad attenuare gli effetti, che definire catastrofici è un eufemismo, sul mondo del lavoro: basti ricordare che le ore di cassa integrazione, in provincia di Bergamo, sono passate dai 4 milioni del 2019 ai 92 milioni del 2020, un aumento di oltre il 2.000% che ha significato una secca diminuzione dei redditi dei lavoratori dipendenti che sono la spina dorsale dell'economia bergamasca. Infatti, il reddito medio provinciale da lavoro dipendente è diminuito, rispetto al 2019, del 2,18% passando dai 23.426 euro del 2019 ai 22.915 euro del 2020. Molto di più sono calati i redditi dei lavoratori autonomi, scesi dell'8,5% e qui si vede l'importanza di difendere gli ammortizzatori sociali che consentono di ridurre i danni dei periodi di vacche magre.

red Ma, se è vero che i redditi dei lavoratori autonomi sono diminuiti, è altrettanto vero che stiamo parlando di redditi medi provinciali di oltre 60mila euro (quasi il triplo del reddito medio da lavoro dipendente) e, come ci insegnano gli economisti, una perdita, anche piccola, per chi ha redditi bassi produce sacrifici non proporzionali ma assai più pesanti che nel caso di chi ha redditi elevati.

red E i pensionati? Il reddito da pensione è stata l'unica tipologia di reddito che non è diminuita, anzi è aumentata, seppur modestamente (+0,84%). In un momento in cui l'economia si era quasi fermata, il reddito dei pensionati è spesso stato un'ancora di salvezza per aiutare figli e nipoti in difficoltà.
È interessante, però, guardare anche le altre dinamiche che le dichiarazioni dei redditi ci consentono di vedere, e qui il quadro non è positivo. Infatti il reddito medio dei pensionati è stato di 18.720 euro e se la distanza dal reddito medio dei lavoratori dipendenti (22.915 euro) è di 4mila euro (-22%), la distanza dal reddito dei lavoratori autonomi (60.328 euro) è di 41mila euro; il reddito degli autonomi è infatti il triplo di quello dei pensionati, assai di più anche del reddito degli imprenditori che è di 43.546 euro (quindi "solo" poco più del doppio di quello dei pensionati).

gromo-ridred Si tratta di dinamiche che hanno un peso notevolissimo sulla distribuzione geografica delle condizioni economiche nella nostra provincia: c'è infatti una stretta correlazione tra bassi redditi, piccoli comuni di montagna soggetti a spopolamento e prevalenza dei redditi da pensione. Ormai da anni la classifica dei comuni è sempre quella: al primo posto per reddito medio stanno Bergamo e i comuni attorno a Bergamo, preferibilmente in zone collinari (Mozzo, Gorle, Cenate, Ponteranica, Lovere...), mentre agli ultimi posti stanno sempre i piccoli paesi di montagna, soprattutto delle valli laterali della Valle Brembana e Imagna (Blello, Fuipiano Valle Imagna, Valtorta, Vedeseta, Piazzolo, Locatello, Santa Brigida, Cusio...). Sono gli stessi paesi che hanno una bassa e bassissima percentuale di redditi da lavoro dipendente. Una questione sociale che andrebbe affrontata con più decisione: evidentemente la speculazione edilizia non paga, tranne che per qualche speculatore che ha devastato il paesaggio di alcuni ben noti comuni, riempiendoli di seconde case, ormai in gran parte abbandonate. Per contrastare lo spopolamento e l'impoverimento di queste aree è necessario puntare sulla valorizzazione dell'ambiente, sui prodotti tipici locali, su un turismo "dolce" e sul sostegno ad iniziative come le cooperative locali, soprattutto di giovani (agricoltura, pastorizia, commercializzazione di prodotti locali, valorizzazione del ricco patrimonio artistico) e le nuove forme di accoglienza turistica, come l'albergo "diffuso". E, non dimentichiamolo, anche la difesa di servizi essenziali come sanità, scuola, trasporti.

red Un altro aspetto preoccupante è l'aumento di 8.800 contribuenti nella fascia più bassa di reddito (da 0 a 10mila euro): questi, infatti, sono 184mila, mentre erano 175mila l'anno precedente. È rimasto praticamente invariato il numero di contribuenti nello scaglione da 15 a 26mila (+0,39%) e sono invece diminuiti tutti gli altri scaglioni, fino al più alto (redditi oltre 120mila euro). In pratica uno scivolamento verso il basso.
Ma è da sottolineare che i 184mila contribuenti al di sotto dei 10.000 euro sono il 23% dei bergamaschi, quasi uno su quattro, quindi. E un reddito inferiore ai 10.000 euro, se è l'unico nel nucleo familiare, è un reddito che colloca il cittadino e la sua famiglia al di sotto della soglia di povertà, cioè al di sotto di quel reddito che consente, secondo l'Istat, di acquistare quei beni e servizi considerati essenziali per conseguire uno standard di vita minimamente accettabile.

red Troppi, davvero troppi, specie se si pensa che sono molte migliaia anche i bergamaschi che non hanno presentato la dichiarazione dei redditi perché al di sotto della soglia di 8mila euro. In una provincia che è tra le prime 20 in Italia per reddito medio, si fa ancora troppo poco per affrontare il problema.

Orazio Amboni
Dal periodico "Spi-Insieme"
Bergamo, maggio-giugno 2022

Formazione e motivazioni degli attivisti

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red La formazione dei nostri volontari è un'attività fondamentale dello SPI CGIL e, dopo la forzata sospensione, con l'inizio dell'anno abbiamo riproposto le giornate formative.

red L'obiettivo che ci poniamo è quello di favorire uno scambio di esperienze, conoscenze e competenze che, integrandosi tra loro, creano una ricchezza personale aggiuntiva che ci consente anche di soddisfare al meglio le richieste delle persone che si rivolgono a noi per trovare risposte ai loro bisogni.

red Poiché una parte non secondaria del lavoro formativo parte da ciò che spinge ciascuno a fare questa scelta, durante una giornata del corso è stato chiesto ai partecipanti di condividere le motivazioni che li portano a offrire la loro disponibilità di tempo e conoscenze per fare volontariato nelle sedi dello SPI CGIL.

red Proponiamo qui alcune delle riflessioni emerse nel gruppo che si sta "attrezzando" per questo nuovo impegno.

Dal periodico "Spi-Insieme"
Bergamo, marzo-aprile 2022

Servizio di prossimità:
sportelli polifunzionali nei Cte


red Uno dei cambiamenti imposti dalla pandemia che tutti abbiamo sperimentato, è stata la necessità di limitare i contatti tra le persone. Cosa strana e difficile per un sindacato come la Cgil che trae la sua forza dall'unione, dalla collaborazione tra e per i lavoratori e i pensionati che rappresenta. Per diversi mesi, è stato tuttavia necessario ripensare a come garantire la tutela sindacale senza compromettere la sicurezza di tutti.

red Quanto finalmente le attività della Cgil sono tornate a pieno ritmo, ci si è resi conto che le precauzioni rimaste per contingentare l'accesso alla nostra sede di Bergamo potevano costituire un ostacolo per tante persone, specialmente quelle anziane.

ctered Per questo motivo, pensando a un modo per agevolare l'incontro con il sindacato per cittadini della città, lo Spi ha attivato un servizio che potremmo informalmente definire "Sotto casa e senza stress, passa allo Spi Cgil": riprendendo e implementando una presenza già attiva in passato, si è deciso di aprire sportelli polifunzionali nei Cte (Centri di tutte le età), secondo un percorso sviluppato con l'assessore ai Servizi sociali del Comune di Bergamo. Questi sportelli mirano a garantire un servizio di prossimità per quei soggetti che hanno difficoltà a raggiungere le sedi "istituzionali" della Cgil o che non conoscono le potenzialità del sindacato. Lo sportello assiste i frequentatori dei Cte ma anche chi trova comodo raggiungere uno dei Centri per le pratiche di patronato, per il rilascio dello Spid e anche per alcune pratiche fiscali.

red È intento del progetto creare anche l'opportunità di intercettare lavoratori con contratti atipici, come i lavoratori somministrati, i lavoratori autonomi o con contratti di collaborazione, che magari non conoscono la possibilità di rivolgersi alla Cgil per le loro necessità e per le questioni lavorative.

red Ad oggi, i Cte in cui è presente lo sportello si trovano nei quartieri di: Longuelo (martedì ore 15-16,30), Villaggio Sposi (martedì ore 16,30-18), Valtesse (mercoledì ore 15-16,30); Colognola (mercoledì ore 16,30-18) e c'è la volontà di aprire lo sportello in altri Centri.

red Dopo circa un mese di attività regolare, siamo sempre più convinti di quanto sia importante la vicinanza e la diversificazione delle presenze sul territorio e possiamo dire che gli sportelli hanno incontrato molte persone e che tutte le questioni poste hanno avuto risposta.

red Anche i responsabili dei Cte sono contenti - perché diamo un'assistenza anche a quegli anziani che non hanno modo di andare altrove o di interpellare direttamente gli enti competenti - e hanno valutato con favore il fatto che tutti hanno ricevuto indicazioni e risposte, sia gli iscritti che i non iscritti. Senza contare il fatto che mantenere una presenza costante e incontrare le persone in un ambiente di ritrovo abituale e vicino a casa aiuta a prendere confidenza con il rappresentante del sindacato e ad instaurare con lui un rapporto di fiducia.

Nicola Rodeschini
Dal periodico "Spi-Insieme"
Bergamo, marzo-aprile 2022