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Inaugurazione mostra: "Non chiamiamole solo staffette"

Ben ritrovate e ben ritrovati,

in occasione dell’ottantesimo anniversario della Liberazione dal nazifascismo, in collaborazione con l’Archivio del lavoro e molte associazioni tra le quali Anpi e Aned, CGIL Lombardia ha realizzato la mostra:
 

Non chiamiamole solo staffette” 

La mostra verrà inaugurata il giorno 14 aprile alle ore 14.30 presso l’Archivio del lavoro in via Breda 56 a Sesto San Giovanni

Al centro della mostra si colloca il ruolo fondamentale delle donne nella Resistenza che va valorizzato e approfondito nei dettagli meno noti. Si è cercato inoltre di dare risalto a quelle donne che dopo l'esperienza resistenziale sono entrate nelle varie Camere del Lavoro territoriali.

Le donne hanno dato un grande contributo alla Resistenza, fondamentale anche per il grande impulso che ha impresso al movimento di emancipazione femminile.
Con questa iniziativa realizziamo finalmente l'obiettivo di rendere disponibile un lavoro corale al quale hanno partecipato tutte le Camere del lavoro lombarde, individuando le figure femminili protagoniste nei vari territori e ricercando le loro biografie.

La CGIL di Bergamo insieme a ISREC ha partecipato portando le storie di Erminia Agazzi, Lucia Nozza e Lidia Minardi.

Vi aspettiamo!

Presentazione del libro: "Una storia da raccontare" di Alessandra De Fiori

Ben ritrovate e ben ritrovati,

con piacere vi invitiamo alla presentazione del libro

" Una storia da raccontare" di Alessandra De Fiori

L'incontro si terrà giovedì 10 aprile alle 17.30 presso la Sala Lama della CGIL di Bergamo (via Garibaldi, 3)

Al termine dell' evento organizzato da SPI, Anpi e FLC in collaborazione con la biblioteca Di Vittorio ci sarà un piccolo buffet.

LAVORO? SICURO! Prevenzione, comunicazione, protesta nel ‘900

Ben ritrovate e ben ritrovati,

con piacere vi invitiamo all'inaugurazione della mostra: LAVORO? SICURO! Prevenzione, comunicazione, protesta nel ‘900

il 4 aprile alle ore 18.00 (necessaria prenotazione) 

presso Fondazione Dalmine (piazzale Leonardo da Vinci, 3 Dalmine)

La mostra sarà visitabile con prenotazione anche nelle seguenti date:

Visite guidate su prenotazione
Domenica

, ore 15.00-18.00
Giovedì

, ore 16.00-19.00
Giovedì

, ore 16.00-19.00

Per prenotarsi occorre accedere a questo link: https://fondazionedalmineeventi.org/lavorosicuro/

   

La mostra  affronta il tema della sicurezza sul lavoro, ricostruendo evoluzione, traguardi e conquiste ed è in programma dal 5 aprile al 19 dicembre 2025 negli spazi di Fondazione Dalmine.

LAVORO? SICURO! Prevenzione, comunicazione, protesta nel ‘900 presennta una selezione di documenti, immagini e fotografie tratti da archivi, musei e collezioni private, che affronta il problema degli infortuni e della sicurezza sul lavoro, un tema sempre drammaticamente attuale.

L’esposizione è parte di un più ampio progetto di ricerca, che attraverso una rigorosa selezione del materiale d’archivio delle diverse realtà coinvolte, documenta la presa di coscienza del problema degli infortuni, dalle prime forme di intervento privato promosse a Milano da esponenti di primo piano della comunità degli affari come Ernesto De Angeli e Giovanni Battista Pirelli, alle connessioni con la nascita e lo sviluppo della medicina del lavoro, fino alla graduale istituzionalizzazione delle forme di assicurazione e tutela dei lavoratori da parte di enti statali e parastatali.

In Fondazione Dalmine la mostra si arricchisce di una sezione aggiuntiva che indaga la memoria della sicurezza sul lavoro nel territorio bergamasco attraverso documenti della commissione sicurezza, fotografie, vignette, manifesti e materiale degli archivi di TenarisDalmine, Cotonificio Crespi, Legler, Same, Gianfranco Frattini, Biblioteca di Vittorio - CGIL Bergamo, INAIL sezione territoriale di Bergamo.

Il progetto «LAVORO? SICURO!» è stato concepito come mostra itinerante, con la curatela di Giorgio Bigatti, direttore scientifico di ISEC. Dopo la prima edizione nella sede della Fondazione Isec a Sesto San Giovanni (dicembre 2022 - aprile 2023), è stata presentata presso il Museo di storia della Medicina dell'Università La Sapienza di Roma (maggio-novembre 2024) e presso lo Spazio Gerra del Comune di Reggio Emilia (1 febbraio-23 marzo 2025).

Il percorso espositivo si snoda lungo tre assi. Nella prima sezione viene ricostruita la messa a fuoco di misure di prevenzione da parte di tecnici specializzati quali ingegneri e medici, la seconda sezione indaga la comunicazione alle aziende e ai dipendenti sul tema della sicurezza del lavoro, infine, la terza sezione mostra le lotte per la salute in fabbrica e la sicurezza sul lavoro da parte di operai e operaie e delle organizzazioni sindacali. L’allestimento è realizzato da Paola Fortuna dello Studio +Fortuna di Trieste.

La mostra è curata da ISEC Istituto per la storia dell’età contemporanea, in collaborazione con Archivio del lavoro e MUSIL Museo dell’industria e del lavoro Brescia. L’esposizione in Fondazione Dalmine è realizzata in collaborazione con INAIL sezione territoriale di Bergamo, Biblioteca di Vittorio - CGIL Bergamo, Fondazione Legler, Studio Archivio Gianfranco Frattini, SDF Archivio storico e Comune di Capriate.

L’impegno di CGIL su salute e sicurezza nei luoghi di lavoro individua tra i punti nodali queste tematiche: condizioni di lavoro e qualità del lavoro come precondizioni che determinano veri livelli di garanzia di salute e sicurezza o comunque come aspetti di uno stesso problema.  L’obiettivo non è esclusivamente eliminare gli infortuni (mortali e non) bisogna lavorare per il “benessere” dell’individuo partendo da un approccio socio-culturale. La prevenzione resta la direttrice da perseguire, attraverso la reale e concreta partecipazione dei lavoratori e dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza e quindi una consapevolezza dei problemi e una capacità di percezione che possono svilupparsi solo a partire da una capillare diffusione di formazione e di informazione di qualità.

NEWSLETTER BIBLIOTECA "DI VITTORIO" - MARZO 2025

Ben ritrovate e ben ritrovati,

marzo e le sue promesse di primavera ci trovano intenti a imbastire un mese, quello di aprile, denso di iniziative. Il Bergamo Film Meeting è giunto al termine e anche quest’anno le proposte per la sezione documentaristica “Visti da vicino” sono molto valide e variegate. Il premio CGIL Bergamo è stato assegnato a: “Mutterland” di Miriam Pucitta mentre la giuria composta da funzionari e funzionarie della Camera del lavoro Territoriale ha scelto “Dear Beautiful Beloved” di Juri Rechinsky come documentario vincitore per il premio “La sortie des usines” e una Menzione Speciale è stata assegnata a “Personale” di Carmen Trocker.

  • Aprile si aprirà con la mostra “Lavoro? Sicuro” per cui hanno lavorato negli scorsi mesi diverse realtà. La mostra inaugura il 4 aprile alle 18.30 presso gli spazi di Fondazione Dalmine. Seguirà comunicazione ad hoc
  • Il 10 aprile alle ore 17.30 in sala Lama (sede CGIL Bergamo) avremo il piacere di ospitare l’autrice Alessandra De Fiori che presenterà il suo libro “Una storia da raccontare”. L’incontro sarà accompagnato da musica dal vivo. Si tratta di un’iniziativa di Anpi sezione “Brach”, SPI, FLC e biblioteca Di Vittorio. Seguirà comunicazione ad hoc
  • In occasione dell’ottantesimo dalla Liberazione dal nazifascismo l’Archivio del Lavoro di Sesto San Giovanni e le Camere Territoriali del Lavoro della Lombardia propongono la mostra: “Non chiamiamole solo staffette. La scelta delle donne nella Resistenza e per l’emancipazione” che inaugurerà presso gli spazi dell’Archivio del Lavoro il 14 aprile. Seguirà comunicazione ad hoc. La biblioteca Di Vittorio ha contribuito selezionando le storie di tre donne che hanno avuto un ruolo nella Resistenza e sono poi entrate a far parte della CGIL di Bergamo o comunque hanno combattuto per i diritti di lavoratrici e lavoratori. I tre profili selezionati sono quelli di Erminia Agazzi, Lucia Nozza e Lidia Minardi.

Diamo ora spazio ai nostri libri. Questo mese abbiamo cercato di fornire una miscellanea di stimoli di lettura molto diversi tra loro che speriamo solletichino la curiosità di lettrici e lettori. Iniziamo con “WORK. Il lavoro dalla A alla Z” un albo illustrato di Armin Greder che con le sue tavole ci parla di chi deve guadagnarsi da vivere, di chi non appartiene alla piccolissima cerchia degli eletti, anche nella new economy e nelle sue invenzioni e illusioni. Marzo è il mese della poesia quindi non possono mancare due titoli che hanno al centro la letteratura operaia e la poesia: “La gente e altre seccature” di Judith Viorst e “Si dovrebbe insomma pensare a dei poeti operai. L’esperienza della rivista abiti-lavoro /1989-19939”. Per quanto riguarda il tema del lavoro questo mese proponiamo: “Quaderni del Territorio. Dalla città fabbrica alla città digitale” che propone il pensiero operaista come esito del conflitto di classe, “Precari e precarie: una storia dell’Italia repubblicana” di Eloisa Betti che ricostruisce la parabola storica della precarietà del lavoro nell’Italia repubblicana. Infine “Working” di Studs Terkel che attraverso diverse interviste ci fornisce uno spaccato duro e poetico della vita lavorativa. “Come abitare la Terra” è invece una conversazione di Nicola Truong con Bruno Latour, filosofo, sociologo e antropologo della scienza che ci offre una straordinaria cassetta degli attrezzi per immaginare nuovi modi di esistenza e azione. “Cinquecento anni di rabbia. Rivolte e mezzi di comunicazione da Gutenberg a Capitol Hill” di Francesco Filippi che ci ricorda come chi controlla i mezzi di informazione domina il racconto pubblico e controlla il potere. “Storia del colonialismo italiano. Politica, cultura e memoria dall’età liberale ai nostri giorni” di Valeria Deplano e Alessandro Pes ci racconta invece come il colonialismo si è intrecciato con la storia d’Italia dall’Ottocento alla Seconda guerra mondiale, proiettando la propria ombra fino ad oggi. Concludiamo con un romanzo, o meglio, una raccolta di racconti “Fammi un indovinello” di Tillie Olsen diventato un classico della letteratura nordamericana del Novecento.

Ecco, dunque, i libri del mese:

Precarie e precarie: una storia dell’Italia repubblicana (Eloise Betti, Carocci, 2019)

Il volume ricostruire per la prima volta la parabola storica della precarietà del lavoro nell’Italia repubblicana. Dibattiti e azioni politico-legislative sono esaminate parallelamente all’evolversi della percezione e delle lotte di precari e precarie che, dalla posizione di marginalità degli anni Cinquanta, sono oggi al centro di una rinnovata riflessione e mobilitazione sul lavoro. Grazie alla prospettiva storica e di genere, il libro sfata il mito del lavoro precario come problema contemporaneo, fornendo gli strumenti per comprendere i processi di precarizzazione degli ultimi sessant’anni, vecchie e nuove forme di precarietà, il ruolo degli attori sociali. L’autrice ripercorre le principali fasi della storia della precarietà: dalla sua scoperta negli anni del boom economico alla sua normalizzazione negli anni della crisi globale.

Cinquecento anni di rabbia (Francesco Filippi, Bollati Boringhieri, 2024)

Nel cinquecento, l’invenzione di Gutenberg, la stampa a caratteri mobili, fu il motore inconsapevole di una rivoluzione. La rabbia sociale che ne esplose assunse una forma nuova e organizzata, da cui scaturì la Guerra dei contadini, alla fine repressa nel sangue nel 1525. Da allora il mondo non fu più come prima; da quel momento il potere iniziò a occuparsi dei mezzi di informazione per poterli imbrigliare e rendere innocui. Cinque secoli dopo è accaduto qualcosa di molto simile. È il 6 gennaio 2021 una folla inferocita, composta in maggioranza di uomini bianchi, dà assalto al Congresso degli Stati Uniti, a Capitol Hill. La rabbia popolare quel giorno viene incanalata e organizzata dagli social media. In entrambi i casi un nuovo mezzo di comunicare, sfuggito ai filtri del potere, porta in superficie la rabbia di chi si sente escluso dalla narrazione dominante.

La gente e altre seccature (Judith Viorst, Einaudi, 2023)

Le seccature di cui parlano le poesie di Judith Viorst sono quelle della vita quotidiana brillantemente mescolate ai problemi sociali e politici e alla presa in giro delle mode. La Viorst riprende l’antica tradizione dei ritratti di tipi umani e così i suoi versi disegnano il personaggio della donna che mette via sempre qualche soldo ogni giorno, o l’uomo che non presta mai niente a nessuno o la coppia che prova a seguire i dettami del politically correct. Tutti questi caratteri hanno un aspetto caricaturale ma vengono raccontati anche attraverso l’educazione che li ha formati, il martellamento delle convenzioni sociali che sono il vero oggetto della satira. In una poesia Viorst dice che a volte si sente femminista e a volte o. E questa libertà di essere contradditoria va di pari passo con la presa di distanza da tutti i luoghi comuni.

Working (Studs Trekel, Marietti1820, 2024)

Quando è stato pubblicato per la prima volta, nel 1974, questo libro è diventato subito un bestseller, e pochi mesi dopo è diventato uno show di Broadway. Per i decenni ha ispirato generazioni di lettrici e lettori, di studiose e studiosi. Persino Barack e Micelle Obama, nel 2023 hanno ammesso di aver preso spunto da questo testo per girare la docuserie Netflix Working, dedicata alle condizioni di lavoro nell’America contemporanea. Vincitore del Premio Pulitzer nel 1985, Studs Terkel in questo libro intervista un pompiere, una casalinga, un conducente di autobus e una cameriera, un sindacalista e una sex worker, un musicista jazz e il proprietario di una fabbrica, un allenatore di football e un’insegnante, oltre e più cento altre persone. Come rivela l’analisi di Francesca Coin, il risultato è uno spaccato duro e poetico della vita di chi lavora. In un’epoca che nasconde i volti e le voci delle persone che mandano avanti la nostra società, Terkel strappa all’anonimato i protagonisti del nostro tempo e pone loro una domanda difficile. Qual è il senso del lavoro che facciamo? 

Quaderni del territorio (Alberto Magnaghi, DeriveApprodi, 2021)

La rivista “Quaderni del Territorio” è stata promossa negli anni Settanta da collettivi di architetti, urbanisti e ricercatori di diverse discipline operanti in molte università italiane, impegnati nella mobilitazioni sociali di quegli anni, che hanno declinato con rigore scientifico il pensiero operaista nell’interpretazione delle trasformazioni urbane e socio-territoriali come esito del conflitto di classe. Ne è emerso un vasto e approfondito affresco dei processi di ristrutturazione capitalistica del territorio a livello sia regionale (decentramento produttivo, fabbrica diffusa, terziarizzazione delle aree centrali) sia planetario (sistema globali di produzione, metropoli del comando e della tecno-finanza), della nuova composizione sociale del lavoro con lo sviluppo del lavoro autonomo e precario, dei grandi processi migratori nel Sud-est del mondo, delle crescenti povertà  e delle nuove forme e obiettivi assunti dai conflitti, sempre più articolati al livello sociale e territoriale.

Storia del colonialismo italiano (Valleria Deplano e Alessandro Pes, Carocci, 2024).

Il colonialismo si è intrecciato con la storia d’Italia dall’Ottocento alla Seconda guerra mondiale e ha proiettato la sua ombra anche nel periodo repubblicano, fino ai giorni nostri. Muovendo dal più recente dibattito storiografico, il volume ricostruisce per la prima volta in maniera sistematica e sintetica la storia dell’espansionismo italiano in Africa in età liberale e durante il ventennio fascista e ripercorre le vicende delle sue eredità e implicazioni nell’Italia del secondo Novecento e del XXI secolo. Si raccontano non solo i progetti politici, le relazioni di diplomatiche, le operazioni militari, le violenze dell’occupazione, le leggi razziste, ma anche i movimenti di persone da e per l’Africa e il modo con cui la scuola, i libri, i film, la scienza e i monumenti hanno reso possibile l’espansione, contribuendo a costruire immaginari che influenzano ancora oggi le vite di milioni di donne e di uomini. 

Fammi un indovinello (Tillie Olsen, Marietti 1820, 2024)

Pubblicati per la prima volta nel 1961, i racconti contenuti in Fammi un indovinello sono diventati un classico della letteratura nordamericana del Novecento. Un’opera snella ma potente che per la prima volta esplorava i temi vicini alle donne della working class, problemi comuni fin lì mai detti o rimasti inascoltati: la maternità delle madri single, il legame madre-figlia, il rapporto coniugale della vecchiaia, dentro un mondo narrativo che coglie senza indulgenza tutta la desolazione della realtà contemporanea, l’oppressione, la miseria, ma anche la forza positiva del ricordo, della ricerca del sé e della sua realizzazione. Con una scrittura sferzante e pungente, Tillie Olsen tratteggia con implacabile compassione e profonda pietà le storie di uomini e donne, vecchi e bambini, bianchi e neri colti nelle vicissitudini dell’esistenza.

Work. Il lavoro dalla A alla Z (Armin Greder, Orecchio Acerbo e ELSE, 2014)

“Armin Greder dopo averci dato almeno tre capolavori del disegno che scruta e 'legge', interpreta e illumina, temi centrali di oggi affronta ora il mondo contemporaneo, quello che ci appartiene o, meglio, a cui apparteniamo, e lo fa sotto il profilo della mutazione più radicale di tutte, che è pur sempre quella dell’economia. E dunque del lavoro, dei modi di guadagnarsi la vita, perché, sì, la vita deve sempre guadagnarsela chi non appartiene alla piccolissima cerchia degli eletti, anche nella new economy e nelle sue invenzioni e illusioni. Il 'taglio' dell’immagine focalizza un particolare e sceglie un colpo d’occhio, un’inquadratura, la simpatia o antipatia che a volte si fanno evidenti, l’uso accorto e parco del colore, la magistrale intelligenza nell’individuare il senso ultimo, il significato primo di una professione servono a comunicare l’angoscia di vivere in questo tempo e di temere che possano non esserci altri tempi o, se ci saranno, non migliori di questo ma certamente peggiori”. (dalla postfazione di Goffredo Fofi)

Come abitare la Terra (Bruno Latour, Einaudi, 2024)

Un desiderio di trasmettere, di spiegare. Di spiegarsi, anche. Riguardo alla coerenza di un pensiero che l’apparente dispersione e varietà dei soggetti affrontati aveva in parte mascherato. Bruno Latour, definito da “Le Nouvel Observateur” senza mezzi termini “l’intellettuale francese più influente del mondo”, si è concesso a questa serie di interviste con una semplicità, una gioia e una energia che sopraggiungono soltanto nei momenti in cui sappiamo che la vita, e soprattutto la vita della mente, si condensa. Una pace legata a un sentimento di urgenza, un’immanenza inseparabile dall’immanenza e dalla necessità di concentrare, riassumere, mostrare. Una preoccupazione per la chiarezza, un piacere della conversazione, un’arte dello spettacolo. Come se tutto si chiarisse mentre la fine si avvicina. Latour ci offre qui una straordinaria cassetta degli attrezzi per immaginare nuovi modi di esistenza e di azione. Un invito a “diventare terrestri”, dando prova di quell’empatia con la Terra che riteneva sempre più necessaria, perché “l’ecologia è la nuova lotta di classe”. E “perché i conflitti non sono soltanto sociali, ma geosociali”.

“Si dovrebbe insomma pensare a dei poeti operai” (Monica Dati, Tab edizioni, 2024)

Il volume ripercorre la storia della rivista di poesia “abiti-lavoro” (1980-1993), fondata e scritta esclusivamente da operai e considerata “il primo tentativo di dare forma organizzata alla letteratura operaia”. Attraverso un’ampia selezione di opere rimasta nell’ombra e avvalendosi di numerose memorie autobiografiche, il libro esplora il ruolo della poesia come strumento di emancipazione e riscatto, contribuendo alla comprensione dell’intreccio tra espressione artistica e lotta sociale e sottolineando l’importanza della cultura nel processo di liberazione, sia individuale che collettivo.

Come sempre questi e altri libri sono disponibili al prestito. Non occorre essere iscritti a nessuna rete bibliotecaria perché al momento del prestito se non siete registrati vi iscriviamo noi.

L’intero patrimonio della Di Vittorio è consultabile sul sito dell’OPAC SBN: https://opac.sbn.it/

È possibile mettere come filtro di ricerca la nostra biblioteca per un’indagine più dettagliata.

GLI ORARI DELLA BIBLIOTECA SONO:

Lunedì-Venerdì: 8.45-12.30

Martedì e Giovedì: 8.45-12.30 e 13.30-15.45

Vi aspetto!

Mara

NEWSLETTER BIBLIOTECA "DI VITTORIO" - FEBBRAIO 2025

 

Ben ritrovate e ben ritrovati,

il febbraio della biblioteca è iniziato all’insegna delle attività nelle scuole: laboratori e formazioni. Ha preso avvio il percorso pilota in collaborazione con la rete bibliotecaria della Val Seriana che coinvolge diverse scuole primarie e biblioteche. In particolare i laboratori verteranno su due temi principali: “Lavoro e stereotipi di genere” e “Il concetto di infanzia ieri e oggi: lavoro minorile”.

Parte della bibliografia elaborata per il laboratorio sugli stereotipi la trovate qui:

BIBLIOGRAFIA LAVORO E STEREOTIPI DI GENERE - SCUOLA PRIMARIA

INIZIATIVE:

Ricordiamo inoltre che questo venerdì, il 21 gennaio alle 20.45 presso lo Spazio Libri Terzo Mondo di Seriate verrà presentato da Proteo Fare Sapere “Scolari Ospiti” di Paolo Barcella.

PROGETTO: lN TRENO PER LA MEMORIA

Il27 febbraio partiremo per Mauthausen con i ragazzi del liceo Secco Suardo che hanno aderito al progetto confederale In Treno per la Memoria. Porteremo con noi una piccola biblioteca con i testi e le musiche su cui i ragazzi hanno lavorato in questi mesi che rimarranno un punto di riferimento anche durante la visita ai campi. La restituzione di questo percorso verrà fatta all’interno del contesto della Fiera dei Librai, il 28 aprile 2025. (Seguiranno info più dettagliate)

Diamo ora spazio ai nostri libri. Questo mese ci concentriamo sul tema del lavoro cercando di metterne in rilievo la  complessità e le sfumature. Iniziamo quindi con “Melanconia di classe. Manifesto per la working class” di Cynthia Cruz che tenta di riesumare il concetto quasi spettrale di classe sociale, ridandogli dignità. Si procede poi con “Lavori sporchi” in cui il giornalista Jan Stremmel ci guida in un viaggio all’interno del mondo dello sfruttamento e a “Pomodori rosso sangue” di Diletta Bellotti in cui lo sfruttamento è quello di una specifica tipologia di lavoratori, i migranti. “Mortalità in fabbrica” a cura di Raffaele Rauty, invece, ci porta nell’America del primo Novecento e al tema dei morti sul lavoro raccontato con le voci di cinque ricercatrici. Passiamo poi a “Il costo della spedizione gratuita. Amazon nell’economia globale” di Jake Alimahomed-Wilson e Ellen Reese,una critica radicale attraverso le voci di studiosi e di chi lavora e resiste. Infine segnaliamo “Lavorare in fabbrica oggi. Inchiesta sulle condizioni di lavoro in Fca/Cnh” che analizza l’automotive partendo dai cambiamenti organizzativi dell’ex Gruppo FIAT, ora FCA e CNH. Ci scostiamo poi dal tema del lavoro, suggerendo la lettura di un saggio geopolitico che offre una chiave di lettura storica sull’importanza globale del Medioriente e sul sovranismo sionista israeliano: “Gaza. Il buco nero dell’Occidente” di Marcella Delle Donne. Infine due romanzi che alleggeriscono questa profusione di saggistica: “Il canto del profeta” di Paul Lynch, vincitore del Booker Pize 2023 che racconta il dramma della deriva autoritaria e “L’eco di uno sparo” di Massimo Zamboni che ci avvicina alla ricorrenza dell’Ottantesimo dalla Liberazione dal nazifascismo.

Ecco, dunque, i libri del mese:

Melanconia di classe (Cynthia Cruz, Blu Atlantide, 2022)

“Poiché le persone della working class hanno sperimentato una morte simbolica, tentare di parlare di classe sociale significa evocare un fantasma. Questo libro è popolato di figure simili a spettri. Né viva né morta, la working class esiste fra i mondi”. Come influisce la classe a cui apparteniamo sul modo che abbiamo di vivere, lavorare, di fare arte? Facendo ricorso al concetto freudiano di melanconia, Cynthia Cruz traccia le traiettorie delle vite di scrittori, artisti, registi e musicisti esaminando il momento in cui lasciano le proprie origini operaie e proletarie per “diventare qualcuno”. Tra loro Amy Winehouse, Ian Curtis e Barbara Loden che scopriranno che il prezzo da pagare è altissimo e riguarda la propria identità.

Lavori sporchi. Storie dalla sala macchine della nostra vita comoda (Jan Stremmel, Il Margine, 2023)

Il giornalista tedesco Jan Stremmel, attraverso dieci reportage, ci guida in un viaggio intorno al mondo dello sfruttamento: dalle tintorie di Kolkata ai “ladri di sabbia” di Capo Verde, che riforniscono illegalmente i cantieri edili degli hotel dedicati al turismo di massa; dagli smartphone prodotti in Cina fino alle savane africane dove gli elefanti spariscono per via del bracconaggio. Mettendosi letteralmente nei panni dei lavoratori sfruttati, Stremmel aggiunge la sua testimonianza a ciò che è già noto da tempo: come i consumi dell’Occidente contribuiscono a perpetuare conflitti e disuguaglianze in altre zone del pianeta.

Pomodori rosso sangue (Diletta Bellotti, Nottetempo, 2024)

C’è una persona avvolta nella bandiera italiana, in piazza, in una grande città. Ha in mano un pomodoro. I campi e le baraccopoli sono lontani, lo sfruttamento dei lavoratori e delle lavoratrici della terra non si vede e nemmeno la violenza dei caporali. Quel frutto così familiare, raccolto da persone che molto spesso non hanno la cittadinanza italiana né un permesso di soggiorno né un contratto di lavoro regolare, non è sano come sembra: gronda sangue. Bellotti ha dato via a una campagna collettiva di sensibilizzazione chiamata “Pomodori rosso sangue” iniziata nel 2019 e ancora oggi attiva. Questa testimonianza apre le “pieghe della globalizzazione” nascoste alla periferia del consumo e mostra il rimosso della produttività capitalistica: i corpi usa e getta dei lavoratori migranti.

Mortalità in fabbrica. Donne, ricerca e denuncia sociale nell’America del primo Novecento (Raffaele Rauty, DeriveApprodi, 2024)

Agli inizi del XX secolo alcune ricercatrici statunitensi – come Alice Hamilton, Elizabeth Butler, Crystal Eastman, Josephine e Pauline Goldmark – analizzarono per prime in quel paese, all’interno dello sviluppo travolgente del capitalismo, l’organizzazione del lavoro, al sua nocività devastante, la sua indifferenza umana, il suo costo sociale in morti per la tossicità dei prodotti trattati e gli incidenti. Il saggio propone parti delle indagini svolte con passione e caparbietà da nomi apparentemente anonimi, la cui denuncia era spesso isolata nel panorama sindacale e politico.

Il costo della spedizione gratuita. Amazon nell’economia globale (Jake Alimahomed-Wilson, Ellen Reese, Altraeconomia, 2020)

Le spedizioni gratuite di Amazon hanno un prezzo pesante che viene pagato dal lavoratrici e lavoratori, dalle loro comunità e dall’ambiente. Amazon ha rimodellato l’economia globale dando vita al “capitalismo di Amazon”. Si tratta anche di una delle più grandi aziende di logistica al mondo. La sua scala e la sua efficienza hanno portato all’indebolimento dei sindacati e alla riduzione degli standard lavorativi. Attraverso studi e inchieste internazionali, questo libro esplora le numerose sfaccettature oscure della corporation tra cui l’automazione, la sorveglianza, l’effetto sulla democrazia a livello locale e molto altro.

Lavorare in fabbrica oggi. Inchiesta sulle condizioni di lavoro in Fca/Cnh (AA.VV, Fondazione Giangiacomo Feltrineli, 2020)

Il settore automotive resta centrale nell’economia mondiale, non solo in termini di volumi e occupazione, ma anche come luogo di sperimentazione e innovazione tecnologica. Questo volume è l’esito di una ricerca condotta dalle Fondazioni Di Vittorio e Sabattini, su iniziativa della Fiom e della Cgil, sui cambiamenti organizzativi dell’ex Gruppo FIAT, ora FCA e CNH.

Un’indagine che riprende la pratica dell’inchiesta operaia, rendendo protagoniste le persone in carne e ossa, chiamate a raccontare la propria condizione di lavoro e a misurarsi con la complessità del ciclo produttivo in cui operano, dentro il contesto più ampio dei processi economici globali.

Gaza. Il buco nero dell’Occidente  (Marcella Delle Donne, Futura Editrice, 2024)

Il saggio offre una chiave di lettura storica e geopolitica sull’importanza globale del Medio Oriente, sugli interessi e i conflitti delle potenze mondiali per l’egemonia nell’area mediorientale, sul piano micidiale del sovranismo sionista israeliano nella realizzazione della Grande Israele che mira non soltanto all’annessione dell’intera Palestina, ma anche ai territori limitrofi del Libano e della Siria. La posizione dei governi occidentali di fronte al massacro di Hamas e alla conduzione della guerra israeliana a Gaza è di sostegno a Israele, con invio di armi e finanziamenti soprattutto da parte degli Stati Uniti. Di fatto Israele funge da testa di ponte degli interessi occidentali in Medioriente.

 Il canto del profeta (Paul Lynch, 66thand2nd, 2023)

È una serata umida a Dublino quando la biologa Eilish Stack sente bussare alla porta. In piedi davanti alla veranda trova due uomini della polizia segreta, venuti a cercare suo marito, vicesegretario del sindacato insegnati. Larry Stack però non è ancora rientrato. Qualche tempo prima il partito di destra National Alliance è salito al governo e ha approvato delle leggi che gli attribuiscono poteri d’emergenza. Poco dopo Larry è inghiottito dal labirinto burocratico dello Stato e la vita di Eilish e di suoi figli sprofonda nel caos. Distopico e terribilmente attuale, sostenuto da un ritmo serrato, Il canto del profeta ci ricorda in modo drammatico quanto siano fragili le nostre libertà e quanto sia facile, anche per una democrazia del ricco Occidente, precipitare nella Barbarie.

L’eco di uno sparo (Massimo Zamboni, Einaudi, 2015)

“Questa è la storia di mio nonno Ulisse e dei suoi sparatori che si spararono tra loro. Il racconto di ciò che ha innescato quei colpi di canna, e di ciò che è stato dopo. L’eco di uno sparo non si quieta mai”. È un giorno di febbraio del 1944 quando Ulisse, squadrista e membro di un direttorio del fascio, cade dalla bicicletta colpito alle spalle. Diciassette anni dopo, un’altra pallottola uccide il partigiano che sparò quel giorno, ma a impugnare l’arma è un compagno, un ex gappista responsabile a sua volta dell’uccisione di Ulisse. Massimo Zamboni (membro dei CCCP) affronta la storia più dolorosa e rimossa della sua famiglia e si ritrova fra le mani il volto sfinito di un intero Paese, col suo eterno ripetersi di soprusi e vendette. Un memoir, un’indagine, ma soprattutto un canto appassionato in nome di tutte le creature

Come sempre questi e altri libri sono disponibili al prestito. Non occorre essere iscritti a nessuna rete bibliotecaria perché al momento del prestito se non siete registrati vi iscriviamo noi.

L’intero patrimonio della Di Vittorio è consultabile sul sito dell’OPAC SBN: https://opac.sbn.it/

È possibile mettere come filtro di ricerca la nostra biblioteca per un’indagine più dettagliata.

GLI ORARI DELLA BIBLIOTECA SONO:

Lunedì-Venerdì: 8.45-12.30

Martedì e Giovedì: 8.45-12.30 e 13.30-15.45

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Mara

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