NEWSLETTER BIBLIOTECA "DI VITTORIO" - APRILE 2025
Ben ritrovate e ben ritrovati,
eccoci finalmente ad aprile, un mese tutto dedicato all’ottantesimo dalla Liberazione dal nazifascismo. Un anniversario importante che cade in un periodo storico funestato da ombre e presagi e che quindi a maggior ragione deve essere celebrato, reso simbolo di una nuova resistenza e di una nuova lotta che non accetta lo status quo.
Ricordiamo che la biblioteca Di Vittorio e il gruppo di lettura coerentemente all'iniziativa della rete bibliotecaria di valorizzare l'ottantesimo dalla Liberazione con una lettura a tema, questo mese sceglierà un libro a scelta tra i seguenti:
Una questione privata Beppe Fenoglio
L'Agnese va a morire Renata Viganò
Cinque storie ferraresi di Giorgio Bassani
Diario partigiano Ada Gobetti
L'eco di uno sparo Massimo Zamboni.
Chiunque voglia unirsi è benvenuto, ci troveremo poi a parlarne insieme giovedì 24 aprile!
- La biblioteca Di Vittorio sarà presente alla fiera dei librai con due eventi:
- Mercoledì 23 aprile alle ore 15 verrà presentato il libro di Monica Dati “ ‘Si dovrebbe insomma pensare a dei poeti operai’. L’esperienza della rivista ‘abiti-lavoro’ (1980-1993)”. L’autrice sarà in dialogo con Oscar Locatelli
- Lunedì 28 aprile alle ore 11 i ragazzi della 5Y del Liceo Secco Suardo che hanno partecipato al viaggio a Mauthausen organizzato da “In treno per la Memoria” porteranno la loro restituzione dell’esperienza.
(seguiranno info più dettagliate)
Nove libri sulla Resistenza + 1. Questo mese abbiamo deciso di concentrarci su libri che narrano la Seconda guerra mondiale e il periodo resistenziale, fatta eccezione per “Nonostante febbraio. Morire di lavoro” di Alessandro Bernardini che invece tratta il tema della sicurezza sul lavoro su cui tanto abbiamo lavorato negli scorsi mesi. Si parte da “Bambino” di Marco Balzano, una storia di guerre, confini e tradimenti. Passiamo poi a “Gli stivali del dittatore” di Josef Čapek un libricino anti hitleriano uscito a Praga nel 1937. “Bebelplatz” di Fabio Stassi che mette al centro il rogo di libri del 1933 a Berlino e ne fa spunto per una ricerca storica tra fuochi e censure. “Mussolini ha fatto anche cose buone. Le idiozie che continuano a circolare sul fascismo” di Francesco Filippi che ci ricorda perché oggi più che mai è necessario smontare tutti i luoghi comuni sul duce e il suo operato. “Storia internazionale della Resistenza italiana” di Chiara Colombini e Carlo Greppi, un resoconto storico della pluralità di nazioni che si ritrovano tra i nostri partigiani tutte unite per lottare assieme contro il nazismo e il fascismo. Passiamo infine ai romanzi: dal grande classico “L’Agnese va a morire” di Renata Viganò al meno noto, ma degno di nota “Cinque storie ferraresi” di Giorgio Bassani. Infine due romanzi resistenziali usciti quest’anno: “La ribelle. Vita straordinaria di Nada Parri” di Giorgio van Straten, una storia d’amore vera e tragica che attraversa la guerra, la Resistenza e la ricostruzione e “A Roma non ci sono le montagne” di Ritanna Armeni, il romanzo di via Rasella: lotta, amore e libertà.
La newsletter di questo mese è stata fatta in collaborazione con Harleen, tirocinante presso la CGIL di Bergamo.
Ecco, dunque, i libri del mese:
Nonostante febbraio (Alessandro Brenardini, Red Star Press, 2023)
2014. In una Roma senza passato né futuro, cristallizzata nella sua eternità inesistente, Ernesto Mangiafuoco, un giornalista annoiato, passa le sue giornate tra consigli comunali e inaugurazioni di centri commerciali. Un cadavere viene ritrovato sul greto del fiume Aniene, è la sua occasione per entrare in cronaca nera. Ma qualcosa va storto: una donna sconfitta racconta una terribile verità. Negli abissi della speculazione edilizia e dello sfruttamento delle maestranze Mangiafuoco segue il caso che nasconde scenari oscuri e inquinanti, vivendo sul proprio corpo la violenza del caporalato. Nulla sarà come prima. Per arrivare alla verità si fa aiutare da un improbabile informatore e da uno scapestrato trio formato da un vecchio giornalista ex fumatore, una granitica sindacalista e da un professore con un passato nel movimento studentesco.
Bambino (Marco Balzano, Einaudi, 2024)
Siamo a Trieste, la guerra è appena finita. Un uomo beve un caffè al bancone del bar. Qualcuno lo chiama, lui si gira ma sente già la canna di una pistola puntata contro la schiena. Tutti lo conoscono come «Bambino»: è stato la camicia nera più spietata della città. «Ho ucciso e fatto uccidere. Ho sempre cercato di stare dalla parte del più forte e mi sono sempre ritrovato dalla parte sbagliata». Una storia veloce quanto un proiettile che attraversa guerre, confini, tradimenti. Nella frontiera d’Italia più dilaniata, la vita di Bambino scivola su un piano inclinato: ogni giorno una nuova spedizione, un nuovo assalto, una nuova rapina. E poi, tutto d’un fiato, lo scoppio della guerra, i nazisti in città, l’occupazione jugoslava di Trieste, le foibe. Un’esistenza vissuta da cane sciolto, scandita da un implacabile conto alla rovescia.
Gli stivali del dittatore (Josef Čapek, intransito, 2024)
Con il ciclo di disegni satirici pubblicato nel 1937 e intitolato Gli stivali del dittatore Josef Čapek metteva in guardia il pubblico del suo giornale contro il rischio terribile che Hitler rappresentava per le democrazie europee. Si sorride, ma non troppo, perché sappiamo come è andato a finire e perché un delirio simile tende sfortunatamente a riprodursi di continuo sotto tutte le latitudini.
Bebelplatz la notte dei libri bruciati (Fabio Stassi, Sellerio, 2024)
10 maggio 1933. A Bebelplatz, nel centro di Berlino, allo scoccare della mezzanotte migliaia di libri vengono dati alle fiamme. Joseph Goebbels proclama: “L’uomo tedesco del futuro non sarà più un uomo fatto di libri, ma un uomo di carattere”. Su tutta l’Europa si sparge un odore di benzina e di cenere. 24 febbraio 2022. La Russia invade l’Ucraina, e di lì a qualche mese un nuovo conflitto devasterà la striscia di Gaza. Durante un tour negli Istituiti di cultura italiani da Amburgo a Monaco, Fabio Stassi attraverso le piazze delle Bucherverbrennungen, i roghi di libri, e risale a ritmo incalzante la memoria del fuoco e delle censure, dei primi bombardamenti aerei sui civili, del saccheggio di librerie e biblioteche. Studia mappe e resoconti, si interroga sul ruolo della cultura e sulla cecità della guerra, indaga l’istinto di sopraffazione degli esseri umani. Alla fine compone un piccolo atlante della letteratura “dannosa e indesiderata”.
Mussolini ha fatto anche cose buone (Francesco Filippi, Bollati Boringhieri, 2019)
Dopo oltre settant’anni dalla caduta del fascismo, mai come ora l’idra solleva la testa, soprattutto su internet, ma non solo. La storiografia ha indagato il fascismo e la figura di Mussolini in tutti i suoi dettagli e continua a farlo. Il quadro che è stato tracciato dalla grande maggioranza degli studiosi è quello di un regime dispotico, violento, miope e perlopiù incapace. Ma chi la storia non la conosce bene e magari ha un’agenda politica precisa in mente ha buon gioco a riprendere quelle antiche storielle e spaccarle per verità. È il meccanismo delle fake news, di cui tanto si parla in relazione a internet; ma è anche il metodo propagandistico che fu tanto caro proprio ai fascisti di allora: “Dite il falso, ditelo molte volte e diventerà una verità comune.
Storia internazionale della resistenza italiana (Chiara Colombini, Carlo Greppi, Laterza, 2024)
Nella Resistenza italiana, parte integrante di un conflitto globale che travolge i confini nazionali e spazza vite e destini ai quattro angoli del pianeta, hanno combattuto migliaia di persone- non meno di 15-20.000- che italiane non erano. Le nazionalità sono decine: statunitensi e britannici, neozelandesi e sudafricani, jugoslavi e francesi, libici, etiopi, eritrei e somali, e poi tedeschi, sovietici, polacchi, cecoslovacchi, ebrei stranieri. Sono spinti alla lotta da una pluralità di motivazioni e da una molteplicità di percorsi individuali, che vanno dall’internazionalismo consapevole - di chi ad esempio ha alle spalle la guerra di Spagna e una lunga militanza politica - alla semplice ricerca di una via di salvezza individuale. Ma ci trovano coinvolti nello stesso spicchio di guerra mondiale e nello stesso periodo, e sullo stesso lato della barricata, saldando le loro traiettorie con quelle degli italiani e di comunità tradizionalmente perseguitate come quelle rom e sinte.
L’Agnese va a morire (Renata Viganò, Einaudi,2024)
“L’Agnese va a morire è una delle opere letterarie più limpide e convincenti che siano uscite dall’esperienza storica e umana della Resistenza. Un documento prezioso per far capire che cosa è stata la Resistenza […]. Più esamino la struttura letteraria di questo romanzo e più trovo straordinaria. Tutto è sorretto e animato da un’unica volontà, da un’unica presenza e da un unico personaggio […]. Si ha la sensazione, leggendo, che le Valli di Comacchio, la Romagna, la guerra lontana degli eserciti a poco a poco si riempiano della presenza sempre più grande, titanica di questa donna. Come se tedeschi e alleati fossero presenze sfocate di un dramma fuori del tempo e tutto si compisse invece all’interno di Agnese, come se lei sola potesse sobbarcarsi il peso, anzi la fatica della guerra […]”. Sebastiano Vassalli.
Cinque storie ferraresi. dentro le mura (Giorgio Bassini, Feltrinelli, 2024)
Questa splendida raccolta di racconti (Lida Mantovani, La passeggiata prima di cena, Una lapide in via Mazzini, Gli ultimi anni di Clelia Trotti e Una notte del ‘43) valse a Giorgio Bassani il Premio Strega 1956. In comune le “cinque storie” hanno una sorte di dolente consapevolezza e l’ambientazione indimenticabile: Ferrara, cittadina di provincia che qui assurge a simbolo di un’interna nazione, avvolta dal pesante panneggio scuro del fascismo. Bassani ci porta nell’animo di questa gente, “per il resto, quasi sempre per bene”: la ragazza madre Lida Mantovani; il sopravvissuto al lager Geo Josz; la vecchia socialista Celia Trotti, lasciata morire in carcere… Storie diverse eppure vicine, accomunate dalla difficoltà con la quale i protagonisti si adattano a una provincia italiana che da un lato consola, dall’altro respinge qualunque cosa non le sia propria. Persone comprese.
La ribelle. Vita straordinaria di Nada Parri (Giorgio van Straten, Editori Laterza, 2025)
Proposto da Edoardo Nesi al Premio Strega 2025 con la seguente motivazione: «È con la lucidità e il puntiglio dello storico che Giorgio Van Straten sceglie di raccontare la vita e la Resistenza di Nada Parri, e però non sorte mai – non può sortire – dal suo destino d’essere narratore, così ci regala La ribelle, un volume inconsueto e prezioso, antico e modernissimo, colmo di storie immense, d’attenzioni e di grazie, di nomi e di date, di ferite e dolori, di destini. Vive e palpita nelle pagine la figura di Nada Parri grazie alla lingua ricca e al tono composto e accorato di questo affresco d’un tempo furente e insensato. È un viaggio coraggioso nella terra accidentata della memoria quello che Van Straten intraprende, costellato di documenti frammentari e ricordi fallaci e lettere lancinanti e umanissime che però riescono mirabilmente a restituirci – intatta e splendente e vera – la vita amara di una donna comunista che si trovò a inseguire l’amore lungo i diacci sentieri della Storia.»
A Roma non ci sono le montagne (Ritanna Armeni, Ponte alle Grazie, 2025)
Uno spazzino gioviale che spinge il suo carretto. Una ragazza semplice ma elegante, con la borsa della spesa e un impermeabile sul braccio. Un giovane uomo, l’aria assorta, la cartella di pelle, forse un professore. Una Mercedes, scura e silenziosa come l’ufficiale tedesco seduto sul sedile posteriore. Una compagnia di soldati che marcia cantando. Perché nel 1944 le compagnie naziste cantano sempre quando attraversano Roma. In quei pochi metri, in quei secondi di trepidazione e attesa passa la Storia. E le storie dei singoli individui che formano i Gruppi di azione patriottica, fondati qualche mese prima contro l’occupante tedesco. Per lo più ragazzi borghesi, spesso universitari, che si tramutano in Banditen, capaci di sparare e di sparire, di colpire il nemico ogni giorno, senza dargli tregua.
Come sempre questi e altri libri sono disponibili al prestito. Non occorre essere iscritti a nessuna rete bibliotecaria perché al momento del prestito se non siete registrati vi iscriviamo noi.
L’intero patrimonio della Di Vittorio è consultabile sul sito dell’OPAC SBN: https://opac.sbn.it/
È possibile mettere come filtro di ricerca la nostra biblioteca per un’indagine più dettagliata.
GLI ORARI DELLA BIBLIOTECA SONO: Lunedì-Venerdì: 8.45-12.30 Martedì e Giovedì: 8.45-12.30 e 13.30-15.45 |
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Mara