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E' morta Baldina Di Vittorio

E’ morta il 3 gennaio Baldina Di Vittorio, figlia di Giuseppe Di Vittorio, donna e compagna straordinaria.

Di seguito, il racconto biografico nelle parole di Liuzzi, della Cgil. Se volete conoscerla di più, potete farlo anche attraverso il video di Chiara Cremaschi, che la intervistò nel suo INDESIDERABILI (prodotto dalla Cgil nazionale e distribuito da Lab80). Quando lo presentammo, al Bergamo Film meeting del 2011, Chiara dovette faticare non poco, insieme a Silvia Berti, la figlia di Baldina, per convincerla a non intraprendere un viaggio in auto verso Bergamo, in compagnia di Lina Fibbi, anche lei testimone di Indesiderabili, che nella nostra provincia era di casa avendo sostituito Teresa Noce alla guida del segretario dei tessili.

Insieme all’orgoglio per vedere ricostruita una vicenda che le aveva viste protagoniste, indomite e subito dimenticare, Baldina Di Vittorio e Lina Fibbi erano mosse dalla voglia di “spiegare un poco di cose a quei bergamaschi che votano Lega”.

Vite incredibili, vissute sempre con la schiena dritta e senza mai cercare le luci o la notorietà; vite al servizio degli altri, come avevano scelto di fare ancora ragazze.
Ci mancherà.

Nata a Cerignola, in provincia di Foggia, il 16 ottobre del 1920, Baldina non aveva ancora vent’anni quando, nell’estate del 1940, la Francia capitolò sotto l’invasione nazista. Orfana della madre, e dopo aver perso ogni contatto col padre e col fratello, fu internata dalle autorità francesi, per un breve periodo, nel campo di concentramento di Rieucros. Riuscì poi a raggiungere Marsiglia e, da qui, a partire fortunosamente per gli Stati Uniti, ove visse fino alla fine della seconda guerra mondiale assieme al marito, Giuseppe Berti. Quest’ultimo, una figura oggi ingiustamente dimenticata, era stato uno dei fondatori del Pcd’I (Partito comunista d’Italia), cui la stessa Baldina aveva aderito in Francia nel 1938.

Rientrata in Italia, senza lasciarsi minimamente schiacciare dai due importanti dirigenti del movimento operaio che aveva in famiglia - il marito parlamentare del Pci togliattiano, il padre segetario generale della Cgil - Baldina intraprese una vita di attivista democratica che la portò a far parte per alcuni anni dell’Ufficio di presidenza dell’Udi, l’Unione delle donne italiane. Eletta alla Camera nelle liste del Pci nella primavera del 1963, fu poi candidata ed eletta al Senato nel 1968. Per quattro anni, ovvero per l’intera quinta legislatura, fece anche parte della segreteria della Presidenza di Palazzo Madama. 

Negli ultimi anni, sempre lucidissima nonostante l’età avanzata, aveva assunto la presidenza dell’associazione culturale Giuseppe Di Vittorio, nata in provincia di Foggia per mantenere viva la memoria delle lotte di emancipazione condotte dai braccianti della Capitanata e, più in generale, per studiare la cangiante attualità del mondo del lavoro. Assieme alla figlia Silvia, docente di Storia moderna, si era impegnata nelle diverse iniziative sviluppatesi in ricordo del padre, specie a partire dal cinquantesimo anniversario della morte di quest’ultimo (1957). Non facendo mai mancare, in tali iniziative, la sua presenza e il proprio sorridente incoraggiamento. “Profondo cordoglio” per la scomparsa di Baldina è stato espresso dalla Cgil.

@Fernando_Liuzzi

baldina di vittorio in una foto di mario dondero

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