Questo Sito Utilizza cookie per migliorare la tua esperienza di navigazione sul sito. Continuando la navigazione accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra.

Attività politica

Fumo negli occhi - Perché insultare il Manifesto di Ventotene?


ventotene-ridred "Non so se questa è la vostra Europa ma certamente non è la mia". Con queste parole la presidente del Consiglio ha concluso il 19 marzo un intervento in Parlamento.
A cosa si riferiva? Quattro giorni prima, a Roma, oltre 50.000 persone avevano manifestato a sostegno di una maggiore integrazione europea e ai partecipanti è stato regalato il testo "Per un'Europa libera e unita", meglio noto come Manifesto di Ventotene, redatto nel 1941 da Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi, con Eugenio Colorni e Ursula Hirschmann.
Quell'idea di Europa, quella nata nel confino di Ventotene durante gli anni del fascismo, del nazismo, della guerra mondiale, in contrapposizione ai totalitarismi e alla guerra, è l'Europa in cui non si riconosce la Presidente del Consiglio. Ne prendiamo atto.
Ma perché ha cercato di ridicolizzare quel testo e i suoi autori?

red Il Manifesto di Ventotene è considerato uno dei testi fondanti dell'integrazione europea e i suoi redattori padri dell'Unione. Eugenio Colorni, che aveva diffuso in clandestinità il Manifesto, fu assassinato dai fascisti nel 1944. Ernesto Rossi è stato un politico e poi un giornalista di orientamento liberale. Ad Altiero Spinelli è dedicato uno dei due palazzi del Parlamento europeo a Bruxelles.
Dunque, perché questa grossolana provocazione? Pensiamo che si possano individuare tre ragioni.

red La prima. Nascondere con una polemica le divisioni che le forze politiche al governo hanno sulla politica estera e in particolare sull'azione della Commissione europea e sul testo approvato dal Parlamento europeo su difesa e riarmo degli Stati membri. Divisioni che esistono anche nell'opposizione, ma che non si manifestano in organismi come il Consiglio europeo. L'Italia è inoltre considerato il componente meno "leale" tra i Paesi più importanti della Ue nella controversia commerciale con gli Stati Uniti.

red La seconda. Nascondere gli evidenti segnali di crisi economica e sociale italiana. La produzione industriale è ferma; l'imposizione fiscale a lavoratori e pensionati, al di là delle promesse, non scende; l'inflazione risale; la sanità e i servizi sociali sono sempre più in difficoltà.

red La terza. Il Manifesto di Ventotene, le Comunità europee e poi l'Unione europea, come la Repubblica italiana e la Costituzione, sono il frutto della lotta vittoriosa contro le idee nazionaliste che hanno prodotto fascismo, nazismo e la seconda guerra mondiale. La nostra Repubblica e la nostra Unione europea, pur tra contraddizioni, carenze e ancora troppe ingiustizie, vanno difese con la forza delle nostre idee.
Alcuni anni fa, nel 2017, lo Spi Lombardia promosse un viaggio della memoria a cui parteciparono attivisti pensionati e giovani. Anche da Bergamo partirono in quattro, due pensionati e due ragazzi. Il viaggio comprendeva una visita a Marzabotto (luogo della strage nazista) e all'isola di Ventotene.
I ragazzi alla fine del viaggio scrissero un diario. Ne pubblichiamo un breve estratto.

ventotene2-ridred Non riesco ad immaginare come abbiano fatto a mantenere l'ottimismo in quei momenti in cui il mondo sembrava stesse per finire, nello sconforto personale e collettivo, nell'isolamento e nella solitudine, e soprattutto come abbiano potuto immaginare un futuro concreto, credibile e migliore.
Provo ad ipotizzare quindi quale possa essere stato il motore che li ha spinti ad esternare tanta concretezza espressa nel Manifesto. Constatando la guerra, cosa era possibile fare? Abbattersi e morire avrebbe consegnato la vittoria al fascismo, sia nella Storia che nelle vite personali di ognuno di loro. Allora perché non combattere con l'unico mezzo possibile al confino? L'intelletto.
E il Manifesto è stato possibile non solo perché Spinelli e Rossi sono arrivati insieme a questa conclusione, ma anche perché tanti uomini e tante donne dalle menti grandi e aperte li hanno aiutati a produrre quel documento visionario.
Penso all'oggi e mi chiedo se possano esistere in Italia persone con tali valori e capacità, persone che considerino l'altro come sommo valore. Ci sono sicuramente grandi persone che lottano in difesa di questo principio, ma essendo isolate dalla maggior parte delle altre, si ritrovano a loro volta confinate.
Torniamo quindi al punto di partenza: restare uniti. Un tema di incredibile importanza oggi come allora.

Giacomo Pessina
Dal periodico "Spi-Insieme"
Bergamo, maggio 2025